Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Eastwood racconta con mano ferma e senza far sconti a nessuno il dietro le quinte del mitico “La regina d'Africa” di John Huston.
I film che parlano di cinema, quelli che raccontano i retroscena del mondo della celluloide, hanno per me un fascino cui non ho mai saputo resistere. È un po' come quando si è innamorati di una ragazza e non ci si stanca mai di sentir parlare di lei. Clint Eastwood arriva alla decade dei '90 con un curriculum di tredici film diretti che potrebbero dividersi grosso modo in quelli degli anni '70, in qualche modo ispirati all'opera del suo mentore Sergio Leone, e quelli degli anni '80, più commerciali. “Cacciatore bianco, cuore nero” rappresenta quindi la svolta intellettuale (chiamiamola così, ma Clint certamente odierebbe tale definizione) della sua carriera, e da qui in poi nasceranno quei grandissimi capolavori per cui l'Eastwood regista verrà sempre ricordato. Si tratta del dietro le quinte di “La regina d'Africa”, film diretto da John Huston nel 1951 nonché una delle prime pellicole a essere effettivamente girate in loco e non negli studios di Hollywood. Avventure e tragedie che tale scelta causò costituiscono il canovaccio del film. Il personaggio di John Huston, interpretato dallo stesso Eastwood, con la sue forza ma anche le sue debolezze è assolutamente centrale ed è reso in maniera brillante. Toccante la dedicatoria alla fine dei titoli di coda: “Per Sergio (Leone, scomparso nel 1989) e Don (Siegel, malato terminale di cancro, morirà pochi mesi dopo)”. Sempre grande Clint!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta