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Le mani sulla città

Regia di Francesco Rosi vedi scheda film

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La recensione su Le mani sulla città

di Baliverna
7 stelle

Quando negli anni '60 impazzava la speculazione edilizia Rosi volle fare questa ricostruzione sui meccanismi con i quali le città si sviluppavano così velocemente. Se pure era necessario costruire nuove case, certo non lo era che ciò avvenisse in modo truffaldino, sì da arricchire in modo spropositato pochi grandi speculatori a spese della collettività. Il protagonista (un convincente Rod Steiger) è infatti un imprenditore-politico. Più precisamente fa il politico al solo scopo di influire assieme al suo partito sulle delibere del suo comune e tutelare in tal modo i suoi interessi imprenditoriali. Se detta così la cosa già puzza, ancora peggio è se si specifica che questo influsso è esercitato non solo con l'azione nel consiglio comunale, ma a suon di corruzione, intimidazioni, compravendita di voti, pressioni indebite di vario tipo. Gli stessi regolamenti di sicurezza per l'edilizia e il piano regolatore vengono calpestati con la complicità di molti uffici e organi di controllo.
Il film è molto riuscito proprio nel ritrarre le mistificazioni e gli abili sofismi con cui vengono giustificati e coperti gravi errori e inadempienze da parte delle istituzioni, come pure responsabilità precise in caso di crolli con morti e feriti. I dialoghi dove si scansano le colpe, o si coprono favoritismi, omissioni e corruzione sono scritti molto bene e ricordano l'abilità dell'essere umano in generale a giustificare sé e ad accusare gli altri.
Forse il film è un po' troppo schematico nella ripartizione delle responsabilità politiche e nell'analisi delle dinamiche tra i partiti, anche se mai chiamati per nome: la destra (MSI) è la fonte della corruzione e si allea con il centro (DC), il quale la supporta quasi completamente; solo pochi del centro si oppongono, assieme ad uno sparuto gruppo di comunisti.
A pesare è anche la visione marxista della società e della realtà da parte di Rosi, che vuole borghesia e religione alleati per opprimere il proletariato. Si pensi a quando Nottola va in chiesa a pregare la Madonna perché lo aiuti a compiere le sue mascalzonate o al futuro sindaco corrotto che mostra agli ospiti la cappella privata di casa sua, i cui arredi sacri - così si vanta quello - sono stati rubati qua e là.
Al di là comunque di qualche schematismo ideologico, il film è diretto bene ed è un'interessante analisi del malcostume e della corruzione che purtroppo hanno caratterizzato il periodo di massima espansione delle città, ma vivono ancora oggi quando si tratta di costruire case o opere pubbliche. Quando il piatto è ricco, purtroppo, tutti vogliono ficcarcisi.

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