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Brothers of the Night

Regia di Patric Chiha vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Brothers of the Night

di alan smithee
5 stelle

Ragazzi vulnerabili di giorno, si trasformano in re della seduzione e del piacere proibito durante la notte. Al film, stilisticamente molto valido, accattivante, manca un po’ di anima e l’esperienza raccontata rimane un po’ troppo schematica o teorica.

Ragazzi vulnerabili di giorno, si trasformano in re durante la notte: dalla loro hanno la giovinezza, che li rende scattanti, desiderati e accattivanti, oltre che spregiudicati ed impazienti; di contro hanno che non possiedono nulla, se non il vigore dei propri corpi giovani e pieni di vitalità e la sfrontatezza che li rende interessanti, oltre che desiderabili.

Sono giovani rom e bulgari, arrivati a Vienna alla ricerca della libertà e del guadagno facile, e vendono il loro corpo consapevoli che si tratti dell’unica preziosa risorsa in cui possono contare.

Si consolano vicendevolmente facendosi forza su uno spirito di gruppo che ha i tratti del cameratismo, e che infonde loro la rassicurazione, in questo caso più che mai concreta, di appartenere ad un gruppo che sa essere solidale e protettivo.

La notte infatti li vede impegnati da soli, a vendersi per campare, rischiando incontri fatali o pestaggi da parte di bande intolleranti nei confronti dei clandestini.

Attraverso una docu-fiction in cui i non attori raccontano loro stessi, coadiuvati da un canovaccio di sceneggiatura che suggerisce loro le modalità in cui esternare in modo più scenografico possibile tratti di vita che rispecchiano in modo aderente le reciproche esistenze, Brothers of the night del giovane regista libano-ungherese Patric Chiha, presentato nella selezione ufficiale della Berlinale 2016, e ad una serie di altre manifestazioni cinematografiche a tematica LGBT, ha tra i suoi meriti più evidenti una accurata fotografia che spazia da rappresentazione di esterni cittadini e periferici (bellissimi e molto evocativi gli sfondi ad inizio film) all’interno dei bar ove i ragazzi nei pomeriggi liberi si divertono e scherzano assieme, cercando di non pensare alle incognite della notte che li aspetta, e che come tutte le altre è legata alle opportunità di sopravvivenza a cui sono aggrappati ognuno di loro ed i familiari che essi stessi hanno in carico (ed in coscienza) di aiutare.

Risultato immagine per brothers of the night chiha photos

Colori caldi, divise che ricordano i marinai fassbinderiani di Querelle, pose ironiche dei più effeminati, predisposti a concedersi a vantaggio della clientela dominante, a cui si contrappongono le espressioni virili dei più maschili ed autoritari, disposti invece a concedersi come padroni a tempo per clienti pagatori propensi alla sottomissione.

Al film, stilisticamente molto valido, accattivante, fotogenico, manca un po’ di anima e l’esperienza raccontata rimane un po’ troppo schematica o teorica, come qualcosa di recitato un po’ meccanicamente, sulla scorta di verità sacrosante alle quali tuttavia pare essere stata scremata troppa tridimensionalità, quella che deriva dall’esperienza di vita nella sua essenziale crudezza, a favore di una esposizione un po’ troppo teorica e distaccata.

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