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Detective coi tacchi a spillo

Regia di Jeff Kanew vedi scheda film

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La recensione su Detective coi tacchi a spillo

di alan smithee
6 stelle

OH KATHLEEN!!

Detective privata tenace e tosta, Victoria Ifigenia Warshawski ha ereditato il fiuto per le indagini dal padre, ma ha troppo carattere, individualismo ed eccessiva cocciuta testardaggine per obbedire dai ranghi di una scala gerarchica che mal sopporta e digerisce: per questo fa la detective e si gestisce in proprio.

Avvenente anche se vicina ai quaranta, la donna si innamora di un ben uomo d'affari, che si scopre accompagnato da figlioletta tosta tredicenne che odia la madre dalla quale il genitore è divorziato. Dopo soli pochi giorni di conoscenza, l'uomo rimane vittima di un attentato esplosivo al porto e Vic costretta in qualche modo a gestire la ragazzina, che rinnega una madre risposatasi con un biego milionario, e invece si affeziona alla scurrile e un pò greve Warshowski, dura ma almeno leale e tosta.

Insieme le due inizieranno una indagine serrata che solo grazie alle rispettive abilità e furbizie giungerà a far luce su uno scandalo edilizio in atto, aventep roprio al centro la ragazzina, destinataria di una pesante eredità.

Ma l'intrigo alla fine conta poco: quello che conta è la figura centrale della detective di origini mitteleuropee, personaggio tratto da una serie di libri gialli piuttosto nota negli Usa.

Il film che doveva dare lo slancio definitivo alla carriera da star di Kathleen Turner, fantastica qui nel dar vita ad una sorta di nuova Joan Wilder trasportata nel mondo del giallo/noir: ironica, battagliera, sbadata ma pronta a rimediare con brillante e spericolata vitalità, Kathleen era indubbiamente la scelta azzeccata per un progetto che prevedeva diversi sequel tratti da altrettante opere letterarie.

Se la sceneggiatura corre via, tra semiserio e ironia ben conciliate, quel che manca è un pò di verve registica (Jeff Kanew è un mero esecutore, privo di ogni personalità di direzione) e di un cast che oltre la Turner, appare privo di nomi di rilievo e di charme, se si esclude il vecchio Charles Durning, impegnato qui in poche pose di secondo piano.

In se il filmetto funziona, si fa guardare, scorre via con la leggerezza di un prodotto televisivo a cui un uomo di talento e mestiere come Zemeckis (per citare il regista dello scoppiettante, indimenticato, perfetto All'inseguimento della pietra verde) avrebeb saputo dar lustro e valore, favorendone anche l'avvio di una serie.

 

 

 

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