Regia di Pablo Larrain vedi scheda film
La vedova Kennedy, ormai ex first-lady, rilascia un’esclusiva intervista autorizzata sotto il suo massimo controllo per ricordare la figura del più amato, rimpianto e discusso presidente degli Stati Uniti d’America, visto come padre esemplare dell’intera nazione: emerge il ritratto di un uomo certamente carismatico, stando alle parole della moglie, che ne rievoca con forza la praesentia in absentia (“di persona” egli appare poche volte). Dal racconto di una Portman in impressionante mimesi fisiognomica, posturale e d’intonazione della voce, traspare amore e devozione per questo leader che ha sicuramente fatto la Storia.
Il personaggio del titolo, consapevole di vivere accanto a uno degli uomini più importanti del suo tempo, seppe esprimere la propria indole: mostrò classe e buongusto per gli arredi della Casa Bianca, ripristinando quelli originali, dei quali curò personalmente una celebre visita guidata trasmessa in televisione – e dove si tenne un memorabile concerto del violoncellista Pablo Casals; l’eleganza in trucchi e vestiti le permise di assurgere a icona di stile riconosciuta nel mondo. Ciò che la contraddistinse, almeno nelle occasioni pubbliche, fu il suo contegno: solo in privato si mostrava fragile e sinceramente preoccupata, soprattutto per i figli.
Devastata per la brutale morte del marito, né Robert Kennedy, Lyndon B. Johnson o chiunque altro rientrasse a vario titolo nello staff presidenziale poté ovviamente consolarla: solo il prete le suggerì cristianamente come trovare la pace dell’anima.
Attenendosi ai limiti temporali della sceneggiatura (20/01/1961-22/11/1963 e giorni successivi), il regista lavora sugli ambienti per le interazioni dei personaggi, ottenendo dal cast un approfondito scavo psicologico, messo in risalto dall’eccellente fotografia.
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