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Trama

Inseparabili cacciatori di taglie, Cocjise e Gilou vengono assunti per ritrovare uno smartphone che contiene file imbarazzanti, perso dal suo influente proprietario. La ricerca li porta in una piccola sperduta cittadina, dove incontrano Esther e Willy, una coppia di giovani emarginati apparentemente in fuga.

Approfondimento

THE FIRST, THE LAST: GLI ULTIMI UOMINI SULLA TERRA

Scritto e diretto da Bouli Lanners, The First, the Last racconta la storia di Cochise e Gilou, due cacciatori di taglie inseparabili che in una sterminata pianura battuta dal vento sono alla ricerca di un telefono cellulare dal contenuto piuttosto sensibile. Lungo il loro percorso, i due si imbattono in Esther e Willy, una giovane coppia in fuga. E se fosse per loro quella la fine del mondo? E se, in un luogo sperduto in cui tutti sembrano fallire, riscoprissero che la natura umana è migliore di ciò che credevano? Cochise e Gilou potrebbero essere gli ultimi uomini sulla Terra ma il loro comportamento non sarebbe poi così diverso dai primi.

Con la direzione della fotografia di Jean-Paul De Zaeytijd, le scenografie di Paul Rouschop, i costumi di Elise Ancion e le musiche originali di Pascal Humbert, The First, the Last è stato presentato in concorso al Festival di Berlino 2016, occasione in cui Lanners ne ha spiegato genesi e  intenzioni: «Sono partito da un'immagine, una sola immagine che ho visto durante un viaggio di notte in treno da Tolosa a Parigi: una specie di rampa di lancio in cemento che attraversa la pianura per chilometri. Non sapevo cosa fosse, ho pensato che si trattava di un acquedotto: ho annotato il nome delle stazioni che attraversavo e vi sono poi ritornato. Dall'immagine è nata la storia di due personaggi molto emarginati socialmente, estremamente fragili e che vagano lungo un percorso rettilineo, sfuggendo a ogni logica geografica convenzionale. All'idea delle due persone in fuga sono seguiti poi tutti gli altri elementi del film: Cochise e Gilou, la ricerca del telefono cellulare rubato, la piccola città perduta, e via di seguito.

Scrivere la sceneggiatura non è stato semplice. Per un anno e mezzo non ne sono venuto a capo. Ascoltando però di nascosto molte conversazioni, mi sono reso conto che l'idea della fine del mondo era molto presente nelle persone. E poi all'improvviso tutto ha cominciato ad avere un senso: in cinque settimane, la storia era pronta e per i personaggi avevo tratto ispirazione da cose molto personali, a partire dal personaggio di Gilou da me poi interpretato. C'era poi una sola persona che avrebbe potuto impersonale Cochise, Albert Dupontel, che conosco bene e con cui ho già lavorato in passato. Lo ammiro molto, è un attore eccezionale e rende Cochise un vero animale a sangue freddo, dotato di un potenziale assassino. Esther e Willy, portati in scena da Aurore Broutin e David Murgia, sono i due giovani ai margini della società: adoro i loro personaggi fragili che possono crollare in qualsiasi momento. Hanno insita in loro una sorta di purezza assoluta che ricorda i primi uomini sulla terra, sono come l'incarnazione del meglio della natura umana.

Del cast fanno anche parte Max von Sydow e Michael Lonsdale. Lavorare con loro è stato un piacere, rendono bene cosa voglia dire essere un padre. Interpretano entrambi due personaggi più grandi di Gilou, fragili fisicamente ma molto forti moralmente. La cosa di cui Gilou ha bisogno per riprendere totalmente il controllo è un padre che gli faccia capire che la sua fragilità è del tutto relativa. Philippe Rebbot interpreta invece Gesù. Ispirandomi a un dipinto di El Greco, impersona il vero Gesù come uomo tra gli uomini, come un uomo che ha dei dubbi e che sente come lo attenda un destino speciale, anche se non sa bene quale. Un uomo, però, che usa un po' troppo la sua pistola... un Gesù in salsa western che sicuramente non piacerà a molti ma è il mio Gesù».

Commenti (1) vedi tutti

  • I primi incontrano gli ultimi e, anziché sistemare le cose con i tecnicismi poco ortodossi che la situazione richiederebbe, scoprono un lato sconosciuto di se stessi che li porta a collaborare e a trovare la forza di aiutare i fuggiaschi a raggiungere il loro scopo. Cacciatori e prede insieme per necessità e per scelta. Bel noir duro,ma non troppo.

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alan smithee di alan smithee
7 stelle

Noir di grande effetto, che privilegia la confezione scenica, indubbiamente suggestiva, sull'azione, a lungo rimandata o sospesa, presa in ostaggio dall'incombere di un risvolto umano che subentra a condizionarne la sua manifestazione ed ul suo apparentemente incombente incedere: questo in sintesi l'interessante ritorno in regia del valido e corpulento attore belga Bouli… leggi tutto

1 recensioni positive

2016
2016

Recensione

alan smithee di alan smithee
7 stelle

Noir di grande effetto, che privilegia la confezione scenica, indubbiamente suggestiva, sull'azione, a lungo rimandata o sospesa, presa in ostaggio dall'incombere di un risvolto umano che subentra a condizionarne la sua manifestazione ed ul suo apparentemente incombente incedere: questo in sintesi l'interessante ritorno in regia del valido e corpulento attore belga Bouli…

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2015
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Albert Dupontel, Bouli Lanners
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