Regia di Francesco Massaro vedi scheda film
Buono il soggetto, non altrettanto la realizzazione, con Massaro che preferisce gettare il tutto in farsa.
Per il suo secondo lungometraggio, Francesco Massaro potè contare sul nome eccellente di Walter Chiari nel ruolo di protagonista. Sfortunatamente, colui che era stato da metà anni '50 fino al 1970 uno dei personaggi di punta del cinema e più in generale del mondo dello spettacolo di casa nostra, era ormai -anno 1976- dietro la lavagna da un pezzo, massacrato da magistratura e media non tanto per il crimine di cui era accusato (possesso di cocaina) ma molto più perché mettere ad arrostire allo spiedo un nome così noto permetteva a molti di salvare la faccia nel dopo Piazza Fontana, massacro avvenuto pochi mesi prima e i cui perpetratori giravano tranquillamente a piede libero. Insomma un tipico caso all'italiana che finì col distruggere una persona, perché anche dopo l'assoluzione in tribunale, le porte rimasero per lui sprangate tanto in TV così come nel cinema di serie A, costringendolo così a produzioni minori come appunto questo “La banca di Monate”. Il film in se dispone di un ottimo soggetto, ma lo tratta piuttosto male, riducendo il tutto a una mezza farsa. Piaggio sponsor spudorato della produzione, con una lunga (e inutile ai fini del racconto) scena di Vespa in parata. Carine invece le musiche di Trovajoli. Da rimarcare uno splendido scambio di battute: Chiari “E così voi trasformerete i poveri in ricchi?” Bonacelli “Trasformeremo i poveri in consumatori, e così essi si sentiranno ricchi”.
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