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Frantic

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Frantic

di Ethan01
10 stelle

Un magnifico thriller con molte influenze Hitchcockiane, interpretato da un grande Harrison Ford.

Il dottor Richard Walker (H. Ford) giunge a Parigi con la moglie Sondra (Betty Buckley) per partecipare a un congresso medico. Ma una volta arrivati in albergo Sondra sparisce misteriosamente e senza alcun motivo apparente.

Un capolavoro di Roman Polanski, un thriller veramente eccellente, diretto dal regista con grande maestria e mettendo in campo tutta la propria abilità.

In Frantic è molto evidente l'influenza di Hitchcock: il tema dell'uomo comune che per caso si trova coinvolto, suo malgrado, in circostanze stroardinarie, schiacciato da meccanismi superiori (un tema che ritroviamo ad esempio in Intrigo Internazionale, L'uomo che sapeva troppo). Qui in particolare è geniale il modo in cui viene descritto lo spaesamento del protagonista, che non parla una sola parola di francese, straniero in una città ostile e solo, dal momento che le autorità non fanno molto per aiutarlo. 

L'unico aiuto che il dottor Walker si trova è quello di una donna misteriosa e ambigua, Michelle, che ricorda molto una dark-lady del noir.

La suspense e la tensione nascono quindi dall'assenza di tutti quegli elementi che solitamente le determinano.

A stupire è poi anche l'atmosfera cupa e squallida che avvolge la città di Parigi, o meglio i suoi bassifondi, una Parigi ben diversa da quella rappresentata solitamente al cinema.

Grande interpretazione di Harrison Ford, bravissimo nel rendere tutte le sfumature del sofferto protagonista, ottima anche Emmanuelle Seigner, conturbante al punto giusto, che da il meglio di sé quando balla nel club, avvolta in un fiammante vestito rosso, sulle note di "I've Seen That Face Before" di Grace Jones: una scena  d'antologia.

Indimenticabile anche il tragico finale, nel quale Ford, alla fine, disgustato, getta via nel fiume l'ordigno nucleare che è stato la causa di tutto, con un gesto che ricorda un po' quello di Roger Moore nella scena finale di "Solo per i tuoi occhi".

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