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Lo zio indegno

Regia di Franco Brusati vedi scheda film

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La recensione su Lo zio indegno

di ethan
7 stelle

Riccardo (Giancarlo Giannini) - industriale realizzato nel lavoro, marito (in apparenza) felice di Teresa (Andréa Ferréol) e padre di due figli (Kim Rossi Stuart e Simona Cavallari) - reincontra in ospedale l'anziano zio Luca (Vittorio Gassman), che ha avuto un malore all'uscita di un cinema, in cui l'uomo si recava per corteggiare ogni donna piacente che vede. Luca è un professore-poeta di talento ma scapestrato, donnaiolo e pieno di debiti e l'incontro con il nipote ai poli opposti come carattere sarà l'occasione per Riccardo, dopo varie peripezie causate dallo zio, per rivedere i valori su cui ha costruito tutta la sua esistenza.

'Lo zio indegno' è la degna conclusione di una parca carriera, quella di Franco Brusati che, in 33 anni di attività, ha regalato solo otto film al cinema ma degna di essere ricordata: quest'ultima opera all'uscita non fu ben accolta da gran parte della critica ufficiale e giudicata una commedia all'italiana di maniera (un Paolo Mereghetti non in gran forma scrive: «Per Gassman un personaggio... tagliato su misura... La commedia all'italiana, ormai, è diventata la maniera di sè stessa...»), ma il glorioso genere era già tramontato da anni (l'ultimo grande film appartenente a questa corrente è lo straordinario e corale 'La terrazza' di Ettore Scola di ben otto anni precedente) e quindi il film può essere considerata una commedia drammatica o dramedy, come dicono gli americani.

Il film, sebbene discontinuo nel ritmo e non privo di difetti di scrittura, come il personaggio tutto sommato sprecato di Stefania Sandrelli, vecchia fiamma di Riccardo e soffiatagli dallo zio, oppure l'inutile scena con gli stranieri amanti delle poesie di Luca, rappresenta bene lo stile dell'autore milanese, in cui si alternano momenti di comicità assoluta ad altri tra il nostalgico e l'evocativo, con l'usuale utilizzo per il cineasta del flashback, a mettere in luce eventi decisivi nel passato dei personaggi.

Straripante prova di Vittorio Gassman, in un ruolo da fanfarone scostante, con qualche caduta nel disonesto, ma amante dell'arte, delle belle donne e della vita, una specie di Bruno Cortona de 'Il sorpasso' invecchiato, a cui tiene testa un notevole Giancarlo Giannini e con brevi ma positive prove dei giovani Kim Rossi Stuart e Simona Cavallari ed il contributo della sempre brava Andréa Ferréol.

Toccante il finale che, come l'opera prima 'Il padrone sono me!', si svolge sulle rive del mare, a dimostrare la circolarità del cinema di Franco Brusati.

Voto: 7.

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