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Un padre, una figlia

Regia di Cristian Mungiu vedi scheda film

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La recensione su Un padre, una figlia

di barabbovich
8 stelle

Alla vigilia dell'esame di maturità, superato il quale - dati gli ottimi voti - Eliza (Dragus) potrà andare a studiare in Inghilterra, la ragazza subisce un tentativo di stupro. Suo padre, uno stimato medico con amante e rapporto coniugale alla canna del gas, vorrebbe fare di tutto per garantire alla figlia la serenità della quale ha bisogno per superare brillantemente l'esame, come da aspettative. Da lì comincia una lotta contro il tempo per garantire il successo della ragazza in barba a qualsiasi regola.
Dopo l'eccellente 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni e il meno riuscito Oltre le colline, Christian Mungiu si conferma osservatore attento della Romania post-comunista, portando sulla scena il contrasto di valori tra una generazione all'affannosa ricerca di un riscatto che passi vicariamente attraverso i figli e quegli stessi figli che si ribellano ai residui di meschinità che hanno caratterizzato la Romania di Ceaucescu. Con lunghe inquadrature fisse in campo medio, uno stile spoglio, dialoghi fittissimi e una venatura thriller che giova senz'altro al racconto, il film di Mungiu (premio per la miglior regia al festival di Cannes) si fa notare stilisticamente soprattutto per come dissemina dubbi sulle ragioni dei diversi personaggi senza mai fornire risposte, pur tratteggiando un Paese i cui sogni e la cui moralità si sono sfarinati nella grettezza del triste lascito di un periodo nerissimo.

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