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Wichita

Regia di Jacques Tourneur vedi scheda film

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La recensione su Wichita

di Baliverna
8 stelle

Tirato per la giacca a fare lo sceriffo, lo farà fin troppo per il gusto di molti.

Jacques Tourneur è il solito regista dal piccolo cabotaggio produttivo, che però è capace di sfornare prodotti più che dignitosi, siano essi noir, horror o western come questo, che secondo me ricorda alla lontana "Mezzogiorno di fuoco".
Certo qui il merito va anche ad una sceneggiatura precisa che, oltre a costruire una trama interessante, sa anche mettere sul tappeto problemi di alto calibro sempre attuali, come i complesso rapporto tra legge, affari, crimine e giustizia, e le possibili connivenze dei tutori dell'ordine con i malviventi. In questo film, i maggiorenti della cittadina e il sindaco sono interessati all'ordine e alla giustizia fino ad un certo punto, finché, cioè, essi non disturbino i loro affari. Poco importa se Wichita è un luogo dove vivere e pericoloso e dove vengono tollerati eccessi di ogni tipo da parte dei mandriani. Gli incassi dei rivenditori di buoi, del saloon e del bordello vengono prima della pace e della giustizia. Del resto dove la legge è debole, la comunità umana cade gioco forza nelle mani dei prepotenti e dei gradassi, di quelli che non si fermano mai se non vengono fermati. Il film sembra quindi lanciare il messaggio che, contro questo verminaio di interessi e di prepotenze, l'unica cura possibile è il pugno di ferro di chi fa rispettare la legge senza guardare in faccia a nessuno. Inoltre, come sempre dopo che il male è stato a lungo tollerato, estirparlo è molto doloroso e sanguinoso, da entrambe le parti (innocenti compresi).
Joel Mc Crea era un reuccio della serie B, alla quale pure appartiene questo film (quanto a dimensione produttive, non quanto a qualità). Qui riesce ad incarnare un uomo granitico e determinato, che però lo è controvoglia e per sola necessità, non per gloriarsi davanti a tutti o per conquistare posizioni di potere. Ciò protegge la sua figura da ogni possibile retorica o idealizzazione; è cioè solo un bel personaggio, ma senza diventare icona. La sua fermezza e il suo coraggio finiscono per intimidire e piegare i peggiori spacconi più forse della sua pistola. Toruneur dà tra l'altro prova di saper usare la macchina da presa e l'inquadratura, che è sempre attentamente studiata, con i personaggi posizionati nei punti giusti.  
Siamo in presenza di un western originale, girato con stile asciutto e compatto, che affronta problemi che saranno sempre attuali in morale e in politica. Piegarsi al male è sempre un male, sia che lo si faccia per codardia che per interesse. E' una pellicola accostabile, per molti versi, ai western di Budd Boetticher (altro mago della serie B).

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