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Zootropolis

Regia di Byron Howard, Rich Moore, Jared Bush vedi scheda film

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LuigiSiviero

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Zootropolis

di LuigiSiviero
3 stelle
Raramente ho visto un film più stupido e ripugnante di Zootropolis. Questo film è ambientato in un mondo in cui gli animali si sono evoluti diventando antropomorfi e perdendo le loro caratteristiche belluine. Il mondo di Zootropolis è un'evidente allegoria degli Stati Uniti: la campagna in cui è nata la conoglietta protagonista del film (un mondo semplice e retrogrado) rappresenta gli Stati centrali e del sud, mentre la metropoli Zootropolis (un mondo articolato, multietnico e progressista) è New York. Anche i personaggi sono costruiti in modo da ricordare la realtà statunitense: la minoranza del 10% dei predatori rappresenta i neri; la coniglietta invece è una tipica bianca di pseudosinistra maniaca del politicamente corretto.
Il film è costruito da cima a fondo come uno strumento di propaganda del moralismo politicamente corretto di cui si fanno portabandiera il Partito Democratico americano e aziende come la Disney, produttrice del film. E' proprio per questo motivo che il film, pur essendo caratterizzato da un'ottima sceneggiatura e animato in maniera impeccabile, naufraga miseramente.
La correttezza politica adottata come pietra angolare genera conseguenze grottesche. Nel corso del film alcuni ex predatori perdono il lato umano e tornano a essere bestie feroci. La protagonista, per provare a spiegare queste trasformazioni, formula una teoria secondo cui farebbe parte del DNA dei predatori essere feroci e aggressivi. E' una teoria che si rivelerà sbagliata, tuttavia è plausibile e scientifica. Cosa succede però? La coniglietta è amica di una volpe che si offende per la formulazione di questa teoria; inoltre, quando si scopre che la teoria è sbagliata, il solo fatto di averla formulata è vissuto dai personaggi come una sorta di peccato capitale.
Si può dare un senso a questi accadimenti solo rendendosi conto che i predatori rappresentano i neri e la formulazione di quella teoria equivale a dire che i neri sono tutti criminali perché ce l'hanno nel DNA. Ma quello che succede nel film, se viene sganciato dalla metafora, non ha senso! Un tempo gli ex predatori ERANO DAVVERO dei predatori. Questo rende perfettamente plausibile l'ipotesi della protagonista, ipotesi che solo a forza può essere vista come negativa e scorretta. Viene imposta una visione del mondo palesemente contro natura (nel mondo di finzione) per poter dare un messaggio metaforico (nel mondo reale). Qualcuno, con sottile cattiveria, potrebbe addirittura chiudere il cerchio e rivoltare il messaggio moralista contro gli autori del film...
C'è una seconda forzatura. Una teoria scientifica plausibile (cioè null'altro che un'opinione potenzialemente condivisibile e apparentemente suffragata dai fatti) è presentata come peggiore di reati gravi e odiosi. La volpe è una truffatrice e nel corso degli anni ha evaso più di un milione di dollari, ma la coniglietta ci passa sopra pur essendo una poliziotta. Nel corso del film compare anche un boss mafioso modellato sul Marlon Brando de Il Padrino, e anche qui la protagonista non ha niente da eccepire. La mafia e le truffe vanno bene, ma un'opinione scientifica invece è oggetto di biasimo. La sproporzione è abissale.
Chiudo con un terzo appunto. La coniglietta si offende perché un personaggio le dice che è "simpatica". Risponde che "simpatica" va bene se lo si dice fra conigli, ma è offensivo se lo dice qualcun altro. Simpatica. Gli autori del film vorrebbero caratterizzare la coniglietta come una giovane progressista che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e ci tiene a rimarcare quanto è bello e giusto il politicamente corretto, come nella realtà. Invece risulta essere una giovane progressista psicopatica che si inalbera per stronzate politicamente corrette, come nella realtà.
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