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Alias María

Regia di José Luis Rugeles vedi scheda film

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La recensione su Alias María

di alan smithee
7 stelle

Maria ed il suo segreto, che sopravvive alla guerriglia senza tregua nell'interno di una foresta che non dà scampo: un sacrificio racchiuso in un segreto utile a dare un senso ad una vita brutalizzata dalla violenza e dalla barbarie umana, passando attraverso orrori senza fine e sfruttamento di vite innocenti. Un film importante sulla speranza.

FESTIVAL DI CANNES 2015 – UN CERTAIN REGARD

-Restando sul personaggio: "L'altra Maria": quella che nessuno conosce e che custodisce un segreto che diviene l'una vera propria ragione di vita della ragazza.

-Allargando il contesto, ed il drammatico panorama: bambini alla guerra; costretti a crescere troppo in fretta, tra i massacri di una guerra che è una vera e propria guerriglia urbana senza sosta, combattuta per le strade e persino nelle foreste, luoghi impervi che vengono bene per celarsi alla parte avversa.

Lo stato colombiano arruola persino i minorenni, uomini o donne che siano, imponendo a queste ultime, nel caso siano rimaste incita, di abortire.

Maria ha 13 anni e le viene affidato il compito di portare in salvo il figlio neonato del suo comandante e dell’unica soldatessa del plotone col permesso di partorire. Per far ciò parte con un soldato bambino e due adulti verso un faticoso viaggio nella foresta, funestato di agguati e costretta a prendere una decisione che si rivela letale. Senza contare che la “bambina” nasconde dentro di sé (letteralmente) una gravidanza alla quale, nonostante tutto, ella non vuole rinunciare, frutto delle attenzioni insistite e sin moleste del suo capo di missione.

Lungo tutto un calvario percorso tra le insidie di agguati e un nemico perennemente alle calcagna, Maria riuscirà a trovare la via della fuga e a mettere in qualche modo in salvo il frutto in gestazione che il regime vuole toglierle in nome di un regolamento disumano di stampo militaresco e dai tratti disumani ed efferati.

Alias Maria, opera prima del regista colombiano Jose Luis Rugeles Gracia, ha un approccio potente e disperato come quando la vita , sempre in bilico sul burrone, riesce a spuntarla per un soffio a discapito delle mille insidie apparentemente fatali: la disperazione di Maria è palpabile in molte scene e traducibile in modo esemplare attraverso lo sguardo inorridito e quasi atono della giovane, messa alle strette dai tragici eventi che la travolgono, oppressa da un senso di responsabilità per l’incarico ottenuto (la salvaguardia di un neonato non suo) e devastata dall’idea di essere scoperta nel suo stato di gravidanza celato ad ognuno per evitare che la creatura che si sta formando le venga estirpata a forza.

Un film spiazzante, crudo e crudele ma realistico, a tutti gli effetti molto riuscito sull’orgoglio di essere donna e dignitaria di una scelta che la vede opporsi a regole ben precise e all’intransigenza di un regime militare barbaro e disumano a cui nessuno pare in grado di opporsi.

 

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