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L'uomo di Laramie

Regia di Anthony Mann vedi scheda film

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La recensione su L'uomo di Laramie

di scapigliato
8 stelle

Da Luis L'Amour arriva l'ultimo capitolo dei western Mann-Stewart. Passando tra tragedie di sapore greco, tra paesaggi monumentali ed ostili a far da specchio ai personaggi, e passando per l'ambiguità del Bene, il fascino del Male, l'enigma dei sentimenti e dei rapporti umani, il regista Anthony Mann arriva a chiudere la sua serie western con l'inquieto James Stewart. Da Laramie arriva il Lockhart che grida vendetta e che s'immischia in una tragedia famigliare che di greco ha pure il rispetto delle tre unità aristoteliche. Un padre ama il figlio adottivo più di quello naturale, e sogna un figlio perfetto che venga da fuori. L'adottivo lo tradisce a sua insaputa, infangando il figlio naturale che di suo già non fa nulla per piacere al padre. Lo straniero invece arriva e destabilizza i già precari equilibri della famiglia. Il naturale muore, l'adottivo pagherà dei suoi mali, e il figlio sognato è pronto ad una nuova vita. Stesso luogo, Coronado; stesso tempo, i giorni vicini al primo affronto; stessa azione, la vendetta di Jimmy Stewart. Nient'altro ruota intorno all'azione principale, nemmeno la love story tra il protagonista e la ragazza inizialmente legata al figlio adottivo, che è l'Arthur Kennedy già opposto a Stewart in "Là Dove Scende il Fiume". Ma la tragedia non è circoscritta alla faida intestina alla famiglia Waggoman, ma invade anche l'animo del protagonista. Accecato dalla vendetta per la morte del giovane fratello per mano di indiani armati da un uomo misterioso, vuole trovarlo e ucciderlo senza pietà. L'uomo, manco a farlo apposta è Vic, il figlio adottivo, e questo contribuirà ad avvinghiare la piccolezza umana alle proprie tensioni maligne, alla propria pochezza spirituale, creando così una spirale di sofferenze e conflitti interni che innalzerà i protagonisti all'altare greco della tragedia umana. Vanno letti così alcuni momenti topici del film come l'attacco del vecchio padre contro Stewart: il primo quasi cieco e il secondo menomato ad una mano. Il loro handycap li rende opache ombre degli eroi greci che protagonizzavano nelle tragedie. Anche la menomazione alla mano di Stewart è una scena che ha in sè i passi biblici, pesanti, e tragici dell'eterno confronto dell'uomo con l'uomo. Per una mano bucata, un'altra mano bucata. Una specie di gara a chi sputa più lontano, solo al contrario, per sottrazione. Un eterno confronto sessuale, mai risolto, che trova i primi sussulti di soluzione nel capolavoro di Ang Lee "Brokeback Mountain", ma che sarà sempre un tema, quello dell'irrisolvibilità sessuale, irrisolto o almeno difficilmente risolvibile.
Tutto il film comunque porta agli occhi dello spettatore, grazie al Cinemascope amato e odiato, tutta la potenza della natura che schiaccia i suoi vagabondi come madre crudele. Bellissima la scena iniziale con Jimmy Stewart che trova le ceneri del fratello militare e tutt'intorno il monumento naturale ai caduti, silenzioso, imponente, eterno come gli uomini non saranno mai.

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