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Now You See Me 2

Regia di Jon M. Chu vedi scheda film

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La recensione su Now You See Me 2

di mc 5
5 stelle


 

 

 
 
 
 
 
 

 

Ecco un film nei cui confronti le mie personali aspettative erano piuttosto alte. Sia perchè influenzate da un traler scintillante e assai vivace, ma soprattutto perchè il primo espisodio (che risale al 2013) mi aveva francamente divertito. Segnalo per inciso che, fra l'altro, la critica ha riservato accoglienza abbastanza tiepida ad entrambe le pellicole. Per quanto mi riguarda devo ammettere che questo sequel un po' di amaro me lo ha consegnato. Per non dire delusione. Nel percepire il contrasto tra una confezione de luxe, tutta azione e sorprese, tutta effetti speciali e pretese da Grande Intrattenimento Pop , e una sostanziale mancanza di idee, che stride ancor di più se consideriamo la decisamente eccessiva lunghezza del film. Sì, perchè -è curioso dirlo di un film che pone al proprio centro l'arte dell'illusionismo- qui a regnare è il trucco di un regista che ha al suo attivo opere mediocrissime (due episodi della serie Step Up e un paio di documentari su Justin Beeber!!) tale Jon Chu, e che spaccia per Grande Spettacolo un'inutilmente roboante parata di star di Hollywood utilizzate peraltro spesso maldestramente. E quando parlo di "trucco" parlo di Inganno. Perchè il ritmo vertiginoso (vanamente eccitato) e l'irresistibile funky-orchestrale che "pompa" innumerevoli sequenze, alla fine sono solo colorate illusioni che giocano col pubblico mostrandogli "quello che non c'è". Di certo a non esserci è un cinema di qualche qualità, mentre ad esserci è un rutilare di azione e di effetti speciali che -rincorrendosi- fanno accelerare i battiti cardiaci degli spettatori. Ma c'è un'ulteriore Illusione, ed è quella che mi ha fatto più male. L'inseguire una vaghezza di visione filosofica di fondo piuttosto all'acqua di rose. E mi riferisco alla voce fuori campo di Morgan Freeman, che enuncia certe sue teorie sull'Occhio che mi hanno ricondotto (per un certo suggestivo pathos) alla celeberrima sigla introduttiva della mia amatissima serie "Twilight Zone" risalente agli anni 60. E allora se penso a quel mondo meraviglioso in cui Rod Serling indagava magistalmente l'inconscio, beh. mi cascano entrambi gli attributi considerando che la concettualità filosofica e morale che qui Freeman esprime ha come target sostanziale un pubblico di bimbiminkia che amano il cinema del parkour o delle sfide dei ballerini di hip hop (vedi il disgraziato curriculum del regista). Nonostante queste mie elucubrazioni critiche, resta un cast teoricamente (appunto teoricamente) stellare (a fronte di una regìa per lo più anonima). a fare ognuno la propia parte come Hollywood comanda (non li sto nemmeno a citare, che sono tutti delle star conclamate ed infallibili). Non si può negare che figùrino momenti divertenti, ma quando ci si apre al concitato finale, dopo oltre due ore di visione non se ne può davvero più.
PS: quando un titolato direttore della fotografia che ha lavorato con David Lynch e Sam Raimi, mette la propria arte al servizio di un regista che ha diretto "GI Joe la vendetta" o "Step Up 2", cosa diavolo ne può venir fuori? Risposta sospesa.

 

 

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