Regia di Mario Bucci vedi scheda film
Il titolo (molto bello) racconta un mondo, o meglio una città: Bari. E una tensione irrisolvibile. Miracoli popolari vs dissesti finanziari. Un contrasto che alimenta il riuscito doc di Mario Bucci (ultimo di una trilogia) incentrato sulla stagione 2013/14 del Bari Calcio e sul primo fallimento societario accolto dai tifosi con entusiasmo, dopo tribolazioni e indignazioni decennali. Precisamente, dopo aver subito 34 anni di gestione familiare/clientelare dei Matarrese, vari scandali, stadio fatiscente, debiti, penalizzazioni in classifica e il calcio scommesse. Con il tifo e la città che rinascono e si organizzano, e con i giocatori che si pagano le maglie e si trasformano in esperti di social network. Ne esce un ritratto ritmato e arguto che sa cogliere la specificità antropologica e il sentire popolare di una comunità attraverso il disastro sportivo, facendo detonare le emozioni senza troppe sottolineature (basta la cronaca se la doppietta che porta la squadra ai playoff, dopo una rincorsa incredibile, la segna un albanese che 20 anni prima era arrivato in Puglia nei famosi sbarchi raccontati anche nel documentario di Vicari La nave dolce). Idee semplici ed efficaci che alleggeriscono la narrazione orale e restituiscono il calcio alla sua dimensione mitica e letteraria; tessuto connettivo e culturale di una città dalle splendide contraddizioni. Perché, seguendo Jorge Luis Borges: «Ogni volta che un bambino prende a calci un pallone per strada, lì rinasce la storia del calcio».
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