Regia di Lawrence Kasdan vedi scheda film
Dopo altri generi Kasdan esplora anche il mélo, forse il territorio in cui esprime meglio il suo talento.
Melodramma che punta un personaggio maschile senza mai sbilanciarsi in una visione misogina o consolatoria. Hurt è al centro di questo sistema solare dove i pianeti sono le donne, il maschio, i maschi sono indecisi, incapaci di agire ma solo di reagire alle azioni femminili, ponendo l'attenzione sul profondo mutamento sociale del secondo dopoguerra nella società occidentale. L'emancipazione femminile di conseguenza genera l'indebolimento degli uomini e da questo comparto sociale parte l'idea mélo evidenziando sia un dramma generatore (la morte dell'amato figlio) ma sopratutto la latente insicurezza del carattere principale. E qui gli attori contano: Hurt e i suoi primi piani insostenibili e meravigliosi (il finale...), Davis irresistibile, materna, sofferente ma sempre pronta a ripartire, Turner indecisa, orgogliosa, egocentrica... Per non citare gli altri caratteristi! Però è il triangolo melodrammatico che attira le forze di questa sceneggiatura by Kasdan/Galati al servizio di un'opera intensa, dolente, trascinante, matura. Trascinante e matura come la conclusione: attesa, ma forse no, da piangere, sicuramente sì. Anno 1988: Lawrence Kasdan continua il suo personale viaggio nell'immaginario cinematografico, prima con le sceneggiature fantasy Star Wars/Indy poi alla regia con il noir Brivido Caldo (iniziando a creare un team di attori e collaboratori sempre fedeli), il generazionale/corale Il Grande Freddo, il western Silverado e ora con il mélo, sempre con ottimi risultati, chapeau!
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