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Tutti pazzi in casa mia

Regia di Patrice Leconte vedi scheda film

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La recensione su Tutti pazzi in casa mia

di mc 5
7 stelle

Attenzione: contiene spoiler!
E' ovvio -a partire da siffatta locandina- che non trattasi di capolavoro. Ma di film divertente e semplice (leggi: senza pretese) questo sì. Il protagonista già lo avevo gustato nell'esilarante "Non sposate le mie figlie". Che peraltro funzionò piuttosto bene anche al nostro botteghino. Stavolta la ciambella è riuscità un po' meno, si ride un pelino di meno e anche il riscontro al box office è minore. Tuttavia siamo ben oltre la sufficienza in quanto a stile e a grinta comica. Lo stile è infatti impregnato di quella comicità tutta francese che io apprezzo e che preferisco a tanto umorismo volgare delle nostre pellicole italiane. Qui regna il buon gusto e una vena pazzerella che diverte e rasserena. Poi, vabbè, c'è chi detesta queste commedie francesi (che io invece adoro) e c'è perfino chi odia la Francia tout court (io al contrario amo la cultura e il cinema d'oltralpe). E' una antica diatriba quella tra il cinema del nostro paese e la cinematografia francese e non intendo rinverdirla ora qui, anche se personalmente sono ugualmente affezionato ad entrambe. Il film, ancorchè brillante e gustoso, in realtà è piuttosto modesto, eppure mette in scena una vicenda semplicissima attribuendole un ottimo ritmo e popolandola di personaggi e situazioni convincenti. Ne è protagonista un dentista con una passione per il jazz di genere swing tradizionale (e già qui partiamo bene, con una base originale). Costui non crede ai suo occhi quando, in un negozietto di dischi, scova un pezzo davvero raro, una perla di jazz swing suonata da un tizio di cui il nostro dentista è da sempre un devoto fan. E allora -col disco raro tra le mani- corre verso casa e si barrica dentro pronto a far godere le sue orecchie e il suo cuore. Aziona la puntina del giradischi e....ecco che parte un incubo. Incubo che si svilupperà dando luogo ad una catena di sfighe che si fermerà solo nei 10 minuti finali, arricchiti da una trovata che credo cederò al desiderio di raccontare, perchè è troppo bella. Non essendo un thriller, peraltro, non ci sarebbe nulla di inopportuno, ma voglio comunque metter in guardia chi mi sta leggendo. Il fatto sostanziale è che il dentista non riesce a godersi l'ascolto del suo gioiello a 33 giri, in quanto interrotto da una serie incredibile di eventi disturbanti. E lui sempre più massacrato e stressato, incassa una sfiga dietro l'altra: Per dire: gli si allaga la casa a causa di un operaio portoghese che si spaccia per polacco, il quale gli sta facendo dei lavori nel suo appartamento, poi salta fuori un comin'out della moglie che gli confessa di aver avuto un amante anche se molti anni addietro. Poi -non è finita- si fa viva l'amante di lui e spiattella del loro rapporto con la moglie del dentista, cosa questa collegata -in maniera che non posso rivelare- al figlio bamboccio della coppia. Fatto sta che quando questo inferno dantesco è alle stelle, ecco che il dentista ha una folgorazione. Prende il disco prezioso sottobraccio e parte verso la clinica per anziani che ospita il suo vecchio padre, da lui troppo a lungo dimenticato e trascurato. I due si ritrovano e celebrano il loro vincolo famigliare mentre -nella stanza della casa di riposo- condividono l'ascolto di quell'oggetto di culto, e al suono di quel ritmo amabilmente swing l'anziano padre e il figlio si abbracciano felici. Sipario. Un finale tenero e inaspettato per un film così follemente caotico. In Francia ha riscosso un duplice successo: prima come pièce teatrale (nientemeno con la star Fabrice Luchini) e poi con questa (acclamatissima in patria) trasposizione cinematografica, che vede incontrastato mattatore il bravo Christian Clavier. Si segnalano inoltre la celebre Carole Bouquet e la strepitosa "nasona" Rossy De Palma (notoriamente santificata da Pedro Almodovar). Niente di imperdibile, è chiaro, ma divertente. E anche parecchio.

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