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Andiamo a quel paese

Regia di Salvo Ficarra, Valentino Picone vedi scheda film

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La recensione su Andiamo a quel paese

di scandoniano
3 stelle

locandina

Andiamo a quel paese (2014): locandina

 

La genesi del film:

Sai che ti dico compà? Facciamo un film in cui parliamo di pobblemi sociali populishti: dei giovani senza llavoro, delle vecchie con la penzione (che in Italia sono le uniche con l’entrata garantita), dei politici che comandano anche da morti. Compà mettiamoci qualche bella ragazza dentro, un paio di personaggi da barzelletta – il carabiniere tonto,  il barbiere pettegolo – e facciamo un altro film”.

 

“E le battute? Ti sei dimenticato delle battute?”

 

“Ma che dici compà, ché mi dimentico le battuuute? Quelle ce le abbiamo già schritte: anche se le hanno schritte gli altri… Metti quelle di Totò e Peppino: un paio le citiamo (ma possiamo citare pure “Febbre da Cavallo” e altri film famosi) e il reshto le cambiamo e le usiamo lo shtesso, facendole passare per noshtre. Tanto gli italiani sono ignoranti. O non se ne accorgono oppure non se le rricordano, ché lo sai, compà, gli italiani hanno la memoria coorta”.

 

“Hai ragione, compà, non ci avevo pensato. Ma poi, come giushtifichiamo i noshtri rapporti?”

 

“Compà, diciamo che siamo amici e poi chi se ne foootte per il reshto. Che penzi che la gente ssi chiede come mai shtiamo insieme nella shtessa casa nonostande tu sei scapolo e io sono shposato con figlia?”

 

“Hai ragione, ma gli attori? Noi siamo cabbarettishti prestati al cinema, finisce che facciamo un altro film uguale agli altri, che già si assomigliavano tutti… Poi c’è la Trotta, che a parte “Made in Sud” non ha fatto niente, Frassica lo conoscono per “Don Matteo” e i programmi con Arbore, Paolantoni per “Mai dire gol”. E chi sa recitare?”

 

“Ma cche ci vuole compàààà. Prendiamo Mariano Rigillo, che è attore di shtirpe (che poi lo paghiamo due soldi, lo paghiamo) e ci mettiamo vicino Lily Tirinnanzi, un’altra che il meshtiere lo conosce, e li facciamo diventare protagonisti. L’importante, compà, è che tu fai poche battute ché non fai rridere, e io faccio il pagliaccio tutto il tempo (qualche numero da avanspettacolo e molte faccine shtupide). Siccome sei un po’ più bellino, compà, fai tu l’innamorato e io lo sthtrano”.

 

“Va bene, compà. Ma prendiamo Avellino alla regia, che l’unico film decente che abbiamo fatto c’era lui a dirigerlo (poi magari ce la firmiamo nooi la reggìa!). Ah, ma il titolo?”

 

“Prendiamo la canzone di Sordi, quella che la conoshcono tutti e che manda a fanculo tutto il paese. Dopo il finale populishta per cui conta più il politico da morto che tutti gli altri da vivi, meschini, facciamo il finale col botto”.

 

“A queshto punto ci manca solo la locandina. Che ci mettiamo?”

 

“Mìììì, ma sei ottuso, compà?!?. Ci conoscono per i debosciati di Zelig? Ci mettiamo sulla panchina e facciamo sempre le solite facce. Hanno funzionato sembre, vuoi che non funzionano shtavolta? Compà stiamo in Italia, 8 milioni di incasso non ce li leva nessuno!”.

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