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Un sussurro nel buio

Regia di Marcello Aliprandi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un sussurro nel buio

di undying
1 stelle

Un pastrocchio senza capo né coda. Nato da un concetto elementare: tutti i bambini, infatti, prima o poi favoleggiano di amici immaginari. L'idea non era male anche se semplice, è il risultato inclassificabile...

 

La nobile coppia formata da Alex (John Philip Law) e Camilla (Nathalie Delon) vive in una lussuosa villa assieme a due figlie (Matilde e Milena) e il turbato piccolo Martino (Alessandro Poggi): quest'ultimo, infatti, vaneggia circa la presenza di un bambino immaginario al quale ha dato il nome di Luca. A lungo andare persino i domestici rimangono impressionati da eventi poco chiari quale, ad esempio, il decesso di uno psichiatra (Joseph Cotten) ospite nella casa per curare le fobie di Martino. 

 

locandina

Un sussurro nel buio (1976): locandina

 

"Capitare in un posto pieno di gente orribile... ecco, fratello mio, questo è l'aspetto più spaventoso della morte". (Martino / Alessandro Poggi)

E se suona strano il citato monologo dell'antipaticissimo (così piccolo e già così spocchioso) Martino, occorre munirsi di tanta (ma davvero tanta) pazienza per capire che al peggio non c'è fine, e proseguire a rischio e pericolo nella fruizione di "cose mai viste". Cominciamo con la classificazione del prodotto che, pur se spacciato come horror, in realtà resta confinato al dramma. Dramma per lo spettatore, ovviamente, perchè sono 97 minuti di incredibili dialoghi durante i quali gli autori riescono nell'impossibile impresa di sperperare (leggere gettare alle ortiche) un cast interessante dove Lucrezia Love, domestica americana, viene doppiata manco fosse Heather Parisi; scelta grottesca che fa il paio con lo sbilenco tono francese messo in bocca all'altra domestica (Olga Bisera). Proseguendo sul reparto attori, John Philip Law era di aspetto interessante, ma non si può altrettanto dire per la recitazione, perlomeno non in questo caso. Joseph Cotten - stendiamo un velo pietoso su come (fuori campo) rende l'anima a Dio - qui sembra essere in stato di ebbrezza, tra bagni in vasca mentre sorseggia vodka ghiacciata (?!?), quando non sosta di fronte ad altalene ballerine fumando sigaracci toscani (o cubani fors'anche). Che dire poi del terribile abbigliamento (davvero kitsch) degli interpreti e dell'arredamento Anni '70? Aliprandi, con mosse riprese effettuate tramite macchina a mano (scelta che, nel 1976, denota una evidente scarsità di budget) riesce a rovinare anche quei cinque minuti girati tra le calli veneziane! Ci sarebbe, certo, da fare una nota di merito per la musica di Pino Donaggio (che pure fa un cameo nel bar mentre canta): ma Aliprandi riesce a rendere insopportabile anche la bella nenia infantile della soundtrack che, giunti alla fine, rimbomba nella testa assieme al nome di Luca...

 

scena

Un sussurro nel buio (1976): scena

 

Curiosità 

Il regista ha tentato un pò tutte le vie (che nel cinema, come quelle del Signore, sono infinite) senza mai riuscire a comporre nulla di veramente interessante, anche se peggio di qui fa nel 1979 quando gira un film "naturista" (Senza buccia) andato in onda (integralmente) anche sulla TV di Stato. Riesce anche in questo caso a sprecare un cast di bellissime (Olga Karlatos, Lilli Carati e Ilona Staller pre hard) per realizzare un noioso e lunghissimo esemplare di "nudies" fuori tempo massimo.

 

Curiosità 2

Qualche anno prima, sull'onda del filone "esorcistico", era uscito un altro incredibile horror italiano diretto da Franco Lo Cascio (nell'ambito hardcore più celebre come Luca Damiano), fatto malissimo ma assai più divertente (della serie "so bad so good") al cui titolo (e solo a quello) qui sembrano essersi, per opposto significato, ispirati: Un urlo dalle tenebre. 

 

locandina

Un sussurro nel buio (1976): locandina

 

Top trash 

1- Da comica la scena che vede Lucrezia Love, rimasta a piedi con la macchina e sotto un battente temporale, cercare aiuto. Ferma un automobilista di passaggio ma quest'ultimo - invece di soccorrerla - gli lascia il suo numero di telefono per un appuntamento in privato!

2 - "Da bambino facevo scoppiare bottiglie di birra nel camino". (Sensate riflessioni esternate da Alex a proposito dello strano comportamento di Martino)

3 - Alla fine Camilla apre il cancello per fare andare via lo spirito di Luca (purtroppo è una scena non solo pensata, ma pure girata!): la soggettiva è completamente sballata con la visuale del bambino ben oltre, in elevazione, il capo di Nathalie Delon. Dobbiamo pensare che questo fantasma dispettoso probabilmente oltre ad essere invisibile, vola anche.

4 - Fine dell'incubo: Alex e Camilla sono in intimità nella camera da letto. Finiscono per fare l'amore, ma lei ha espressioni incredibili che tradiscono, anziché piacere, disgusto e orrore.

5 - Lo psichiatra (Joseph Cotten) si fa servire una vodka ghiacciata dalla domestica (Adriana Russo) in una scena degna della peggior commedia sexy all'italiana: mentre fa il bagno nudo! 

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