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Somnia

Regia di Mike Flanagan vedi scheda film

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La recensione su Somnia

di mc 5
8 stelle

Finalmente un horror davvero speciale. Intendiamoci, il capolavoro è lontanissimo, ma almeno uno sforzo di uscire dai soliti schemi. Sappiamo bene quanto ogni scenario nel campo dell'horror sia stato saccheggiato a piene mani, questo è un mondo che è stato rivoltato come un calzino. Lo dimostra (è il caso più recente) quella assoluta scempiaggine che è "Boy". E allora? Non conosco vie d'uscita alla crisi di questo genere se non quella di mediare, di fondere, di contaminare gli stereotipi imprescindibili con altre suggestioni, altre emozioni. Ed è proprio quello che tenta (brillantemente) di realizzare il regista Mike Flanagan (peraltro specializzato in prodotti di questo tipo), utilizzando meccanismi classici dell'horror (e quindi mostri, rumori aggressivi e improvvisi, segreti inquietanti) ma genialmente uniti ad una curiosa e interessante attitudine mèlo, sentimentale, che oppone alla Mostruosità del Male la Forza dell'Amore e dell'Affetto. Detta così sembra una robaccia buonista ma se vedrete il film capirete di cosa sto parlando. In effetti a far scadere di tono il film (ma solo a piccoli tratti) sono i momenti horror più violenti e aggressivi (ce ne sono ma per fortuna isolati e circoscritti a poche sequenze) ma quello che colpisce è un afflato amorevole, una tensione d'amore, che conferisce al film un carattere davvero originale. E forse proprio per questo non sarà gradito ai cultori intransigenti dell'horror che lo potrebbero trovare sdolcinato e melenso (ciò che invece non è assolutamente). Ma le argomentazioni positive non sono finite. Per esempio una efficace e funzionalissima colonna sonora, in cui è coinvolto il genio di Danny Elfman. Poi i personaggi, scritti in sede di sceneggiatura con criteri che li rendono interessanti. E poi -vivaddio- finalmente un bambino protagonista che esula dal solito demonietto satanico psseduto (non se ne può più di piccoli bambolotti criminali scemi!!). Interessante poi anche il carattere attribuito al Mostro, la cui malvagità è intelligentemente associata al Male (anzi alla Malattia che divora): "l'Uomo Cancro". Ma ancora tante altre le suggestioni presenti: su tutte quella delle farfalle che volano danzando per buona parte del film e che a me (complici anche certe musiche) hanno ricordato "Il labirinto del fauno" di Guillermo del Toro. E per finire anche indagando sul cast troviamo elementi positivi. Thomas Pace se la cava piuttosto bene nella parte del padre affranto (mi dicono che era -non posso confermare non avendolo visto- il protagonista di "The Punisher"). Ma la sorpresa vera del film è la splendida Kate Bosworh, attrice piena di talento ma soprattutto (a mio modesto parere) una delle donne più belle mai viste al cinema. E' un horror sì certo, ma anche molto altro. Definizione che mi viene in mente in tempo reale, qui, adesso: una favola romantica, nera, ma anche tanto romantica. E malinconica.

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