Regia di Andrej Tarkovskij vedi scheda film
"La risposta della cinematografia sovietica a 2001: Odissea nello spazio" ha in realtà poco da spartire col capolavoro di Kubrick. Se il regista inglese ha conquistato il pubblico creando un'opera nella quale la profondità dei simboli è legata alla sua grandezza cinematografica - 2001 è cinema insindacabile, non può esistere al di fuori di questo mondo - il capolavoro di Tarkovskij è apprezzabile unicamente se interpretato come riflessione filosofica narrata attraverso il cinema. Kubrick trionfa nel portare i brividi d'emozione ad una platea più vasta, adottando un simbolismo archetipico che giunge, almeno nelle sue frequenze più basse, a tutti, mentre l'universo del regista russo richiede maggiori interpretazioni. Se Christopher Nolan con Interstellar trasmette, in maniera più vicina al suo idolo inglese, la vastità dello spazio abbinando rumori terrestri ad una sconfinata inquadratura delle stelle, Tarkovskij costruisce questo senso d'alienazione partendo proprio dai ricordi terrestri del protagonista: è la lontananza dalla sua vecchia casa e il ricordo di sua moglie a farlo sentire così irrimediabilmente sperduto nel nulla. Si potrebbe dire che il viaggio di Kris non è verso Solaris, ma verso una versione spettrale del proprio mondo ideale. Il film vive una dualità destabilizzante: Kris resuscita il proprio passato, lo ricrea basandosi su ricordi che sono la proiezione del suo inconscio, eppure il terrore dinanzi all'immenso mare psichico di Solaris è tremendamente reale. Inquietante stortura dell'universo in territori relativamente vicini all'uomo. Non un mero presupposto autoriale incurante del genere utilizzato, ma una vera e propria storia di fantascienza che parla (anche) d'altro, ecco l'unico vero punto di contatto con l'opera di Kubrick. Kris si trova davanti a un dilemma: è un uomo che vive sulla base di diversi valori, vede nelle proprie radici e nell'amore i modi più genuini per raggiungere la felicità. Solaris, quindi egli stesso, riporta indietro quegli elementi che aveva perso e con i quali potrebbe raggiungere la gioia, eppure è la sua stessa coscienza a suggerirgli che quelle manifestazioni sono una copia immaginaria di ciò che è stato. Egli deve scegliere, tornare al proprio imperfetto mondo dove è impossibile raggiungere la gioia, oppure abbandonarsi alle irrazionali propaggini generate da Solaris, sostituendo di fatto il vecchio mondo con uno nuovo, una nuova ragione, quindi, nuove regole. Cambiare la propria percezione del vero per iniziare una nuova vita, appoggiandosi solamente ai propri ricordi, l'unica cosa che può sancire chi siamo realmente.
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