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Dracula Untold

Regia di Gary Shore vedi scheda film

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La recensione su Dracula Untold

di supadany
4 stelle

«A volte, il mondo non ha bisogno di un eroe ma di un mostro».

Dracula untold rientra appieno tra quei progetti targati Universal che intendono risvegliare i suoi più famosi mostri cinematografici – a breve sarà (ancora) il momento de La mummia con Tom Cruise – creando un vero e proprio universo, potenzialmente di lunga gittata.

In base alla proposta di questo primo accenno, viene da pensare a un filone rivolto in larga parte al consumo di massa, rinunciando a buona parte delle turbe psicologiche a favore di tanta azione e di una (re)visione fantasy legata al soggetto di turno.

Dopo aver rifiutato di pagare un tributo troppo caro richiesto dall’imperatore turco Mehmed (Dominic Cooper), il principe Vlad (Luke Evans) deve trovare un modo per salvare il suo popolo e la sua famiglia dall’ira del sovrano ottomano, ormai pronto per l’invasione dell’Europa.

Ritrovatosi in un vicolo cieco, Vlad stringe un patto con una potente e oscura creatura (Charles Dance) risiedente all’interno di una montagna: in cambio di poteri sovraumani, che gli permetterebbero di tener testa a un intero esercito, corre il rischio di diventare lui stesso una creatura della notte, maledetta per l’eternità.

 

Luke Evans

Dracula Untold (2014): Luke Evans

 

Per un cinefilo, senza voler scandagliare un passato ricolmo della sua presenza, il nome di Dracula è associato immediatamente al Dracula di Bram Stoker diretto da Francis Ford Coppola e chiaramente un reboot come Dracula untold nemmeno è degno di sedersi al tavolo del confronto.

Sfortunatamente, il film diretto dall’esordiente Gary Shore fatica a reggere i paragoni anche con film di minor vigore artistico e con velleità racchiuse nel sempre più affollato proscenio fantasy.

L’immaginario rimane schiacciato dagli effetti speciali che rendono artefatte la maggior parte delle scene, senza nemmeno dare frutti fantasiosi in chiave spettacolare. Infatti, la prevalenza dei colori scuri, accentua la confusione, soprattutto nelle sequenze più dinamiche.

Qualcosa di più interessante si può ricavare dalla genesi, raffigurante un guerriero valoroso in difesa del suo popolo e della sua famiglia, obbligato a stipulare un patto con il diavolo (o per meglio dire, un vampiro), accettando di uccidere per raggiungere la salvezza (seppur parziale), peccato che la sceneggiatura si adoperi per perderci il minor tempo possibile.

Questo, è un problema più generico di tutto il film, e parzialmente di tutto un filone, per cui anche ciò che potrebbe avere del potenziale – come una trasformazione di massa e le successive dispute – non sortisce risultati degni di menzione, a causa soprattutto di uno svolgimento poco attento, che alla tessitura di un racconto articolato, preferisce pensare a figliare una nuova stirpe cinematografica.

Così, trattiene il fiato senza decantare, avanza rapidamente senza dar peso alle problematiche esistenziali, risultando terribilmente compresso – tutto nasce ed esaurisce in circa ottanta minuti - e poco affascinante, soprattutto quando è il momento di chiudere il presente e pensare al futuro.

In più, il cast fa rimpiangere una volta di più i film più datati, nonostante l’impegno di Luke Evans e la candida e struggente bellezza di Sarah Gadon, mentre sull’ennesimo personaggio negativo attribuito a Dominic Cooper c’è proprio poca sostanza sulla quale disquisire, per un film che tende a scegliere strade di comodo, svilendo il soggetto ovviamente urlato nel titolo, senza nemmeno riuscire a reggere il confronto con il tanto materiale fantasy prodotto da Hollywood - e non solo - negli ultimi quindici anni (a partire da La compagnia dell’anello).

Di risibile consistenza, sotto qualsiasi punto di vista.

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