Regia di Edoardo Morabito vedi scheda film
Affascinante e respingente, incantevole e degradato: su San Berillo piovono le stelle come in una dolce allucinazione collettiva e si schiudono i racconti di una marginalità che conosce il mito e l’abbandono. Intimamente legati nelle immagini catturate dal documentario di Edoardo Morabito, che attraversa con naturalezza magica le strade acciottolate e strettissime. Dà voce ai fantasmi passati ma soprattutto presenti, e culla questa realtà (mai) dimenticata, coriacea eppur poetica, con le parole di Italo Calvino e di Goliarda Sapienza. Antico quartiere catanese eroso dall’edilizia residenziale, anfratto dove la prostituzione si affaccia generosa all’uscio o aspetta paziente la clientela sulle scale, San Berillo è un crocicchio sghembo di case-baracche che non conoscono secondi piani, un borgo impregnato di incredibile leggenda e olezzi ammorbanti. Ritornando sui luoghi della sua giovinezza, con commossa ostinazione un signore si sofferma su di essi: ormai inscindibili dagli angoli dove si sono depositati; una donna che porta impressi in volto i segni di storie e città diverse li offre a una seduta di trucco che spolvera memoria viva. Mentre vecchi filmini pornografici si innestano nell’opera contribuendo a sospenderla sul tempo, il sole filtra appena tra le porte sgarrupate dei travestiti intervistati, che raccontano i vizi degli altri, turisti paganti di questo girone infernale dove l’incubo e la fiaba si prendono per mano. Restarne fuori è un monito e un’impresa, se a San Berillo ci sei nato.
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