Espandi menu
cerca
The Repairman

Regia di Paolo Mitton vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Storiedicinema

Storiedicinema

Iscritto dal 4 marzo 2015 Vai al suo profilo
  • Seguaci 8
  • Post 30
  • Recensioni 38
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su The Repairman

di Storiedicinema
7 stelle

The Repairman Film (2013), di Paolo Mitton

 

Un buon esordio cinematografico che fa bene all'italia

Paolo Mitton è un nome che vi dirà poco. Eppure questo quarantenne torinese ha già partecipato come tecnico agli effetti speciali di grandi titoli come Harry Potter, Troy e La fabbrica di cioccolato. The repairman è la sua opera prima che, dopo due anni dalla realizzazione, arriva finalmente sul grande schermo. Problemi con la distribuzione - questione piuttosto complicata dalle nostre parti - e problemi scaturiti dalle lungaggini indotte dalla partecipazione a vari festival cinematografici in giro per il mondo, tra Italia, Inghilterra – Londra - e Cina – Shanghai. Quello di Mitton è un progetto che nasce da un'idea semplice, schietta e, a dir suo, dai tratti marcatamente autobiografici.

Daniele Savoca

The Repairman (2013): Daniele Savoca

 

Scanio (Daniele Savoca) è un ragazzo di trent'anni che non ha concluso gli studi d'ingegneria. Abita in una vecchia casa e si guadagna da vivere riparando macchine da caffè, lavoro che svolge con lentezza, competenza e una certa passione. Scanio ha un carattere difficile; è timido, introverso, e lo è sia con gli amici che, in maniera ancor più problematica, con le ragazze. Arriverà l'amore ( Hannah Croft). Un amore sincero che gli cambierà la vita, senza tuttavia alleviare quella difficile condizione di precario e senza intaccare le basi della sua determinazione fuori controllo, sovente fastidiosa e paranoica. Un pacato racconto di provincia, quindi, che, in verità, ha ben poco di provinciale. Sì perché la prima cosa che viene in mente osservando The repairman è il suo porsi concettualmente fuori dagli schemi della commedia made in Italy del momento, fatta di tanto rumore e di una sostanza altalenante tendente spesso verso il basso. Mitton riesce a creare un'autentica relazione tra diversi elementi essenziali ma, allo stesso tempo, carichi d'espressività ed efficacia: atmosfere d'autore, tonalità accese, paesaggi geometrici, umorismo garbato. Tra i capitoli di questa pellicola si nasconde una volontà che non si affida mai completamente alle sorti della semplice narrazione o al mero movimento dei personaggi all’interno delle vicende stesse.

Hannah Croft, Daniele Savoca

The Repairman (2013): Hannah Croft, Daniele Savoca

 

Lunghe inquadrature, una lentezza armoniosa, il porre l’accento sulla spontaneità delle espressioni e dei movimenti, sono tutti elementi che inducono lo spettatore ad analizzare la persona di Scanio, a percepirne l’umanità, la stravaganza, la goffaggine quasi bambinesca. Quella profondità, insomma, che non ti aspetti da un esordio “fatto in casa”, per dirla con le parole di Mitton stesso. Il regista non va alla ricerca di trucchi o sofisticazioni; la sua è una regia curata, quasi mai sopra le righe, caratterizzata da ottime finiture e priva di quegli artifici che cercano a tutti i costi l’incredulità, il colpo di scena o lo stupore di chi guarda. Tuttavia questa struttura che vanta carattere, buona tecnica e un' esposizione omogenea si esprime con un linguaggio che, in poco tempo, esaurisce il suo messaggio esistenziale centrale, bruciando forse un po' troppo in fretta quella virtù in grado di trasmettere profondità e carattere alla pellicola. Non è una caso, quindi, se la scelta adoperata di non superare i novanta minuti, in questa ottica, ci sembra assai azzeccata. Accennavamo agli effetti speciali: Mitton li inserisce, ma senza farne una bandiera. Spiccano tra tutti un’anatra che vola tra le campagne torinese e una visionaria premiazione in TV degna di Forrest Gump. In conclusione diciamo che The repairman è un buon film che merita considerazione perché è frutto di una passione sincera che nel nostro Paese manca ormai da troppi anni. È e rimarrà un progetto di modeste ambizioni, quindi a suo modo incapace di risollevare le sorti di un cinema – quello indipendente italiano – in profonda crisi, ma lo stesso importante come simbolo di volontà e come esempio di un modello artistico che parte dal basso, che crede nei propri mezzi e che infine, contro ogni aspettativa, riesce ad emergere e, si spera, a proliferare.

Daniele Savoca

The Repairman (2013): Daniele Savoca

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati