Regia di John Frankenheimer vedi scheda film
La guerra fredda è sullo sfondo, ben presente, ma non ci sono spie russe a minacciare la democrazia statunitense. Anche perché gli americani ci riuscivano benissimo da soli. Qui siamo in quel "cinema del complotto", cui ha recentemente dedicato una bella playlist Marcello Del Campo. Frankenheimer, che un paio d'anni prima aveva prefigurato, con Va' e uccidi, il possibile omicidio del Presidente, qui fa un passo ulteriore, anche se in senso opposto. La presa del potere è, infatti, questa volta, appannaggio di un'oligarchia militare di stampo fascistoide, determinata a gettare alle ortiche il trattato di distruzione delle armi atomiche, appena stipulato dal debole presidente Lyman con l'Unione Sovietica. Una sceneggiatura di ferro, la mano ferma in regia ed un gruppo di attori uno più bravo dell'altro (Lancaster fa tremare il ciglio nei momenti di maggior tensione) rendono possibile un prodotto di fantapolitica intelligente, avvincente e significativo anche a cinquant'anni di distanza.
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