Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Il sovrumano.
La catastrofe.
Il tempo.
I pittori dipingano solo madonne con bambino e Cristi in croce. Che tanto la trama è solo tela. Il genere è silhouette. L'industria è il committente. Il canovaccio è trito. L'arte è clandestina.
La terra muore. Nuvole di polvere sono sovrumane catene montuose, sono il nostro orizzonte. E diventano cielo che ci si rovescia addosso. I campi bruciano. La vita li (ci) abbandona. Nuvole cavalcano l'orizzonte, ci impongono visioni di quotidiani disastri colossali e poi di nuovo ci tolgono la vista, invadono lo spazio vitale, penetrano case e polmoni. La morte ci invade. La morte ci segue replicata in mondi sterili. Catastrofe sovrumana. Polvere. Tutto è vecchio. La terra è destinata alla polvere. Ragnatele nei polmoni di mogli e figli. Catastrofe ripetuta. (iuvat) Ripetuta ovunque scappiamo. Su distanze spaziali e temporali. Catastrofe della natura che conosciamo, della nostra terra. Catastrofe che non ha ancora finito di mostrarci la sua portata e che parla la nostra lingua. E allora di nuovo (repetita): Una glaciazione planetaria. Uno tsunami planetario (diluvio ?). E infine sabbia e rocce, si respira ma siamo l'ultimo (unico) uomo (donna) sulla terra. È il nostro linguaggio (è dicibile e deve esserlo).
Tempo. Tempo? Non c'è più tempo. Tempo memoria. Il disastro affolla il nostro tempo memoria. Il disastro affolla tutti i tempi che conosciamo, iI passato polveroso, un presente di lotta disperata (sovrumanamente insignificanti: non riempiamo più lo spazio a passo di walzer, siamo una minuscola scintilla di vita alla deriva su scala impietosa), e i futuri glaciali, sommersi, riarsi. I figli ci accusano dalle profondità del tempo. "Ci avete lasciato qui a morire" I figli ultima immagine di un (mondo) morente. La scienza che non ha figli produce...Matt Damon (che si scusa e si scusa ancora per quello che ci ha fatto). Tempo, un orologio, un ricordo percorribile a doppio senso, un ricordo segnatempo senzatempo, (codice) binario tra generazioni. I figli sono tempo unificato, passatopresentefuturo nella strana scatola-mente in cui galleggiamo negli ultimi momenti al (del) mondo. Forse non gli ultimi. Amare il passato, la figlia, i ricordi. Andiamo oltre, evolviamoci. Amare questa estranea, questa vecchia malconcia, nostra figlia. Amare il futuro di nostra figlia. Andiamo oltre, evolviamoci. Amare l'ultimo (unico) uomo (meglio se donna) sulla terra.
Bel film. Mi è piaciuto.
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