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Romanzo popolare

Regia di Mario Monicelli vedi scheda film

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La recensione su Romanzo popolare

di jonas
9 stelle

Un operaio milanese di mezza età, che ha sposato la figlioccia, va in crisi quando lei lo tradisce con un poliziotto. Forma con Straziami ma di baci saziami di Risi e Dramma della gelosia di Scola (sempre storie di triangoli amorosi) una sorta di ideale trilogia nella quale i tre maestri della commedia italiana rimodellano con consumata perizia le forme ruspanti del melodramma popolare. Si ride e si riflette sui mutamenti del costume nell’Italia post boom, in crescita pur fra incertezze e contraddizioni. Tognazzi, voce narrante (che talvolta blocca un fermo immagine e lo commenta in toni sarcastici), esibisce a parole una mentalità aperta ed evoluta ma si dimostra pieno di pregiudizi quando si tratta di tutelare la propria virilità messa in discussione: per lui la cosa più grave non è il tradimento in sé, perdonato a quattr’occhi, ma il fatto che sia di pubblico dominio. La Muti è una sposa bambina che si evolve, acquista consapevolezza e arriva a rifiutare con disgusto il maschilismo speculare dei due rivali che se la contendono come loro proprietà: alla fine la vediamo lavorare, rendersi economicamente autonoma e giudicare con disincanto gli altri uomini della sua vita, avendo deciso di non appartenere più a nessuno. Placido fa più o meno sé stesso da giovane, ossia il poliziotto meridionale: “T’è piaciuto il manifesto? Sicuro avvenire nelle forze dell’ordine: arruolati e diventeremo amici. Vuoi fare l’eroe in divisa? vogliamo diventare il milite ignoto? e allora ti cucchi il manufatto come incidente sul lavoro”, è ciò che si sente dire dopo essere rimasto ferito alla testa durante una manifestazione. Uno spaccato di una società che oggi sembra appartenere all’archeologia, dove i sindacati avevano un ruolo preponderante nella vita di fabbrica e la tifoseria del Milan aveva un carattere più popolare rispetto all’Inter morattiana (come cambiano i tempi...). Un finale pacato e bellissimo, senza tragedie né recriminazioni: forse qualcosa, piano piano, sta cambiando per davvero.

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