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A Chinese Ghost Story

Regia di Wilson Yip vedi scheda film

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La recensione su A Chinese Ghost Story

di braddock
6 stelle

CHINESE GOSTH STORY, uscito in Italia come storia di fantasmi cinesi, è un film del 1987 diretto da Chng Siu-tung. Successivamente il regista realizzò due sequel, di cui il primo meno riuscito per poi rieguagliare il capostipite col secondo. Questo è un remake di quel film diretto del regista di IP MAN e dedicato al protagonista dei primi due della saga, ovvero Leslie Cheung suicidatosi nel 2002. La storia vede l'esattore delle tasse Ning Caichen, giovane e impacciato, venire incaricato da una popolazione in rovina di trovare una fonte d'acqua potabile. Mentre svolge le sue ricerche finisce in un tempio maledetto dove dei deomoni sotto le spoglie di attraenti ragazze cercano di addescare i passanti per offrire la loro energia vitale a Tree Demon, il mostro che le comanda. Di questi demoni fa parte anche la bella Yan, il cui animo gentile la porta ad innamoarsi di Ning. Il fatto suscita l'ira di Tree Demon, ma i due troveranno l'aiuto di un paio di valorosi guerrieri per combatterlo. Il film non è mal realizzato e le modifiche inserite nella trama rispetto all'originale si rivelano efficaci, tuttavia il risultato non si mostra altrettanto riuscito. Ching Siu-tung gode infatti di un talento visionario illimitato e di una capacità di creare le atmosfere che mancano a Wilson Yip, inoltre il cast è in gran parte deludente. Aver scelto Kara Hui, vecchia gloria del cinema delle arti marziali degli anni '80, per il ruolo di Tree Demon si rivela una scleta ottima ma lo stesso non può dirsi per gli altri ruoli. Soprattutto i due protagonisti, Shaoqun Yu e Yifei Liu, non equivalgono affatto i migliori e più espressivi Leslie Cheung e Joey Wong. Viene poi poco approfondita la parte sentimentale del film, che non risulta divertente e appassioante con in quello del 1987. Malgrado queste pecche Yip riesce comunque a far divertire il pubblico con una quantità infinita di caitazioni al cinema del genere, che spaziano da THE ONE ARMED SWORDSMAN  di Chang Cheh a THE BRIDE WITH A WHITE HAIR di Ronny Yu. Quasi sempre ottimi gli effetti speciali, notevolemte spettacolari e in grado di inscenare diversi momenti memorabili nelle sequenze d'azione. Il soggetto e i presupposti si sarebebro prestati però a potenziali maggiori, probabilente sarebbe stato meglio mantenere il regista originale. Ad ogni modo può piacere a chi apprezza la tipologia e il finale si fa parecchio avvincente e confusionario

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