Regia di Neil LaBute vedi scheda film
Lui ha l'età per farle da padre, lei ha una relazione con suo figlio: come possono ricostruirsi una storia credibile due amanti rincontratisi quando lui decide finalmente di lasciare la consorte? Incontro scontro con inganno.
“Some Velvet morning”, questo il titolo originale, è decisamente un “film parlato”, nella migliore tradizione degli esordi esplosivi, arguti, sarcastici e dirompenti del suo regista Neil Labute, sceneggiatore di valore, che dopo l’apprezzabile esordio de “Nella società degli uomini” e salvo quel curioso “Betty love”, non ha mai saputo in seguito restare qualitativamente su quelle vette considerevoli e non comuni.
Quando il maturo Fred si presenta all’uscio di casa della giovane Velvet, valigie alla mano dopo aver lasciato la moglie, la ragazza rimane senza parole: ha da poco avviato una relazione col figlio di questo suo ex amante, ed ora non sa come comportarsi; come convincerlo a desistere; a tornarsene in famiglia; o semplicemente a togliersi da casa sua con la sua presenza imbarazzante e decisamente ingombrante.
Ne scaturisce una lunga, talvolta concitata conversazione: un contraddittorio che vede i due rincorrersi, respingersi, attrarsi, in un crescendo emotivo che nasconde, come si poteva forse intuire, un tranello furbo e scaltro, che ovviamente non è opportuno rivelare, ma che è necessario ed opportuno a rendere plausibile tutta la meccanica, un po’ cervellotica in effetti, della costruzione.
Il film, povero d’ambientazione e lineare nella sua estrema semplicità ed unità di luogo (la casa di Velvet), ha qualche dialogo pungente e sarcastico, ma non riesce mai, nonostante la validità dei due interpreti coinvolti, a convincere appieno; ad attrarre l’attenzione su di sé, se non per quel piccolo, indispensabile cavillo finale che ha il sapore di una furbata deliberata come chiave portante per costruirci attorno tutta la verbosa ed un po’ prolissa sceneggiatura.
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