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Jug Face

Regia di Chad Crawford Kinkle vedi scheda film

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La recensione su Jug Face

di maghella
8 stelle

Il mio amico arriva e mi dice: «Regalino domenicale...» portandomi questo «Jug Face», un film di cui ne avevo parlato solo con lui.

Scritto e diretto da Chad Crawford Kinkle (al suo primo lavoro), come produttore esecutivo appare anche il nome di Lee McKee, che ho apprezzato moltissimo come regista nei lavori «May» e «The woman».
Quello che mi è piaciuto molto in questo film è proprio la voglia di fare cose nuove che si respira sin dai titoli di testa, il coraggio di creare soggetti e storie nuove per un genere horror che ormai è al collasso con ultimi e pre-ultimi e «quasi» ultimi esorcismi, o con telecamere nascoste ovunque che riprendono realtà più fasulle di una moneta da 3 euro, che non fanno più paura a nessuno, o peggio ancora con interminabili remake e sequel di titoli super inflazionati.

In un posto sperduto nel nulla in qualche stato degli Stati Uniti d'America, una comunità di poche decine di persone vive in misere baracche, la loro sopravvivenza economica deriva dalla vendita di whisky distillato clandestinamente alla cittadina più vicina, con la quale non ha altri tipi di rapporti sociali.

I membri della piccola comunità si accoppiano tra di loro, cacciano la selvaggina del posto e adorano una «Fossa» misteriosa, che ha proprietà terapeutiche prodigiose...
La «Fossa» in cambio di questa protezione speciale richiede tramite uno sciamano di nome Daway (Sean Bridegers)  un sacrificio umano, che deve essere consegnato tramite una pseudo cerimonia con lo sgozzamento della gola del prescelto sul bordo della «Fossa», in modo che si possa così alimentare del sangue della vittima sacrificale.

La scelta della vittima ricade su uno dei membri della comunità, che viene segnalato dalla «Fossa» allo sciamano, che costruisce così una brocca di creta con le sembianze del volto del prescelto sacrificio umano, che si dovrà dare alla «Fossa» per il bene e la sopravvivenza della comunità stessa.

Quando però Ada scopre che il viso della brocca è il suo, scombina tutto, e per paura di morire nasconde la brocca, provocando così morti «innocenti» (se morti colpevoli ce ne possono essere in questo caso).

Quello che scombussola tutto nella storia è la capacità di aver stravolto alcune regole basilari in un genere di racconto che nell'horror è un classico: i bifolchi che hanno leggi proprie e che distruggono e violentano tutto ciò che arriva dal «di fuori».

In questo caso tutto inizia e si conclude all'interno della comunità di bifolchi, non vi sono giovani scanzonati che per gioco si intromettono in una comunità isolata di pazzi assassini.
La società «esterna» e quella  «interna» alla storia si rispettano e mantengono le dovute distanze. Ada è giovane ma non «scanzonata», rimasta incinta del fratello vuole salvare un figlio che non riesce a mantenere segreto alla «Fossa» che tutto vede e giudica.

La «Fossa» è una madre terra, cattiva, severa, che pretende il sangue dei propri figli e non quello di ignari forestieri. Ada (Lauren Ashley Carter) è la giovane ragazza che sconvolge tutte le regole, cercando di imbrogliare un «Dio» con il quale pensa di poter arrivare a patti. Forte della propria amicizia con lo sciamano, cerca di scappare dalla comunità per rifarsi una vita con il suo bambino... ma la «Fossa» è più forte, prende il bambino e tutti quelli a cui Ada è legata.

Il sacrificio è tale quando consapevole, per questo quello di Ada alla fine sarà sicuramente il più potente di tutti.

Buoni gli attori, tra tutti la bravissima  Sean Young nella parte della madre di Ada, feroce, ignorante e senza pietà. Terribili alcune scene in cui la madre, per assicurarsi della verginità della figlia, le pratica una visita intima molto casareccia nel bagno di casa.

Ottima la colonna sonora di Sean Spillane, molto originale e coinvolgente, che si ispira al neo folk apocalittico americano.
Bellissimi i disegni dei titoli di testa (uno è anche la locandina del film), che illustrano la nascita della religione della «Fossa» a scapito di quella più classica cattolica, con tanto di sacrificio del prete come prima vittima.

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