Regia di Ellen Perry vedi scheda film
Film buonista nella peggiore accezione dell'aggettivo, con un buon soggetto gettato alle ortiche per cercare a tutti i costi la lacrimuccia dello spettatore.
Questo film dovrebbe intitolarsi: “Come sprecare un buon soggetto per cercare a tutti i costi la lacrima dello spettatore”. Si chiama invece, più semplicemente “Will”, dal nome dell'eponimo ragazzino che fa di tutto pur di coronare il suo sogno (e di suo padre appena defunto) di viaggiare fino a Istanbul pur di seguire il Liverpool nella finale di Champions League contro il Milan (quella del 2005, vinta dagli inglesi ai rigori, per la cronaca). Sfortunatamente la regista Ellen Perry, impegnata di solito nella realizzazione di documentari, sceglie di dare al tutto un'aura irreale e buonista (enorme paradosso per qualcuno formatosi nel documentarismo...) con un'Inghilterra che ricorda più Oliver Twist che non il secolo XXI e una Parigi da cartolina. E il peggio del peggio arriva poi nella visita alla Bosnia e all'excursus completamente fuori luogo dell'episodio del bimbo ucciso da una mina mentre giocava a pallone. Si è inoltre risparmiato anche sulla presenza di calciatori veri, cosa che è solita far da contorno a operazioni simili. Qui appaiono solo Carragher, Gerrard e Dalglish del Liverpool e nessuno del Milan.
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