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Will

Regia di Ellen Perry vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Will

di zombi
4 stelle

mamma mia che becera perdita di tempo questo..... come chiamarlo?.... noioso contaminuti?... è sempre interessante vedere fin dove riesce a spingersi la bramosia di scatenare le sensazioni più televisivamente d'accatto. scatenare la lacrima e poi schiaffeggiare il malcapitato, che ricorda un evento tragico, con la telecamera seguendo il debordare del liquido dall'occhio e il tragitto che questo compie sul viso del lacrimante. questo film è un accumulo perverso e frenetico di sventure, che non fanno altro che abbattersi sulle spalle di will, undicenne cresciuto in un collegio da quando la madre ovviamente è deceduta e il padre sconvolto dalla perdita ha girovagato per l'europa lavorando di piattaforma petrolifera in piattaforma petrolifera. will è tutto sommato un ragazzo felice. fanatico del liverpool sa tutto di tutto della sua squadra e ascolta il suo compagnuccio di stanza che invece sa vita, morte e miracoli di ciò che accade sopra le loro teste, nella vastità cosmica dei cieli. il padre torna(il non disprezzabile damian lewis)e vuole recuperare assolutamente il tempo perso a cercare di rimettersi in carreggiata e fin qui non male.... è lecito e logico che un adulto si perda e gli ci voglia del tempo a ritrovarsi anche a costo di abbandonare un figlio di cui comunque non riuscirebbe a prendersi cura adeguatamente. sister carmel(alice krige)vuole sincerarsi che will non venga rimandato al  collegio dopo qualche settimana come un pacco rispedito al mittente peccato però, che quando tutto sembra mettersi per il verso giusto, qualche sfiga cosmica decide di indirizzarsi contro un bambino a caso. il film si trasforma presto in un road movie che dall'inghilterra finisce in turchia ad istambul, attraversando paesi e ex zone di guerra, perchè il padre aveva comprato i biglietti della finale di champion liverpool-milan, per suggellare in maniera definitiva la loro unione, che in maniera totalmente cosmica, finisce giusto sul più bello grazie ad un emorragia cerebrale che si porta via il genitore prodigo. trattasi di favola che invece di utilizzare i toni sospesi, dilatati o surreali di un racconto smaccatamente irreale per far immergere lo spettatore in una realtà dura, crudele e spietata(il segmento in bosnia con la guerra e i terreni minati), decide e sceglie di raccontarlo come fosse una sorta di reality in cui il regazzino, dopo l'intoppo necessario allo sviluppo drammatico del furto delle 1100 sterline, non fa che trovare persone di buon cuore che si adoperano per farlo arrivare in tempo alla prossima tappa per non perdere i bonus. c'è il giovane alek che lavora al mercato e nasconde un segreto tremendo. c'è il francese agès con boutique ortofrutticola e squalo ds rosso cabrio con interni bianchi che la mette a disposizione del due appena formatosi per arrivare ad istambul. c'è la comitiva di hooligani buoni in viaggio premio su torpedone e la scena in cui vengono fermati dalla polizia slava che cerca will, e ognuno di loro dice di essere will. c'è la scena in cui si dovrebbe sviscerare il dramma nascosto di alek, e tutto finisce a tarallucci e vino nel giro di due battute di copione. c'è l'arrivo di will ad istambul e la solita scena della ricerca dei biglietti e il reality finisce con l'arrivo di will allo stadio, con apparizione paterna ed acclamazione dello stadio intero di will che sparisce in una luce bianca.mi rinfranca sapere che questa roba non è fiction italiana, bensì paccottiglia cinematografica britannica, in cui chiunque parla l'inglese perfettamente dai venditori di ombrelli negri a notre dame, ai contadini bosniaci. dove una sorta di amore cosmico si è insinuato nelle genti che will incontra contaminandoli a mò di baccelloni alien(i)ati che li rende disponibili ad aiutare il prossimo, al perdono repentino dopo odi razziali triennali e gli hooligani sono dei teneroni a cui raramente si vede una birra in mano. il poster e i titoli di testa millantano damian lewis e bob hoskins come protagonisti, quando invece sono poco più che camei di lusso. visto in lingua originale con sottotitoli.

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