Espandi menu
cerca
Proibito rubare

Regia di Luigi Comencini vedi scheda film

Recensioni

L'autore

pgm

pgm

Iscritto dal 18 febbraio 2012 Vai al suo profilo
  • Seguaci 3
  • Post -
  • Recensioni 143
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Proibito rubare

di pgm
7 stelle

Piccolo film di Luigi Comencini, ambientato in una Napoli del secondo dopoguerra pervasa e permeata da un'endemica povertà e da una propensione "a fregare il prossimo" che, suppongo, non dovesse differire troppo dall'effettiva situazione della città in quel determinato periodo (soltanto allora?).

Che dire? Il gioco, nella prima parte, si regge sull'impatto, in verità traumatico, del giovane prete del nord - un bravissimo e giovane Adolfo Celi - con la dura realtà di un meridione dimenticato, lasciato al proprio destino da una politica che non sa o non vuole interessarsi di problematiche che parrebbero quasi una vergogna, una macchia sul paese d' 'o sole tale da macchiarne inevitabilmente l'immagine, talvolta artefatta, tuttora vigente e perpetrata da governanti miopi o semplicemente conniventi. Ne è un ottimo esempio il sostanziale menefreghismo del sindaco dinanzi alle richieste di don Pietro, la finta attenzione del direttore del giornale, l'indifferenza della popolazione per la città dei bambini. Quasi essi, il futuro, gli uomini di domani, fossero polvere da nascondere sotto il tappeto.

A contatto con l'indigenza vera e propria, a lui sconosciuta, don Pietro comprende come vi sia bisogno d'aiuto prima tra quei bambini. Il Kenya può attendere, insomma.

Tutto nel film è affrontato con garbo estremo, senza perciò rinunciare all'ironia. Comenicini evita agiografie e trasfigurazioni mistiche, la bontà è il filo conduttore, e persino il furto, pratica assai frequente, quasi congenita, viene emendato, vi si indulge poiché anche dal male può nascere il bene, come viene enunciato nel finale conciliatorio, sebbene sia proibito rubare e tale attenzione rappresenti un peccato non di poco conto.

Si sorride, spesso amaramente, ma non v'è traccia di pessimismo, nulla pare essere irreversibile. Certo, tutto alla fine si appiana e  trova uno sbocco felice, ma ciò non intacca la qualità del film, ottimo esempio di un neorealismo più leggero unicamente in apparenza.

 

Voto 7.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati