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La città ideale

Regia di Luigi Lo Cascio vedi scheda film

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La recensione su La città ideale

di barabbovich
8 stelle

La città ideale è Siena, dove Michele (Lo Cascio), architetto quarantenne, è arrivato dalla Sicilia da una decina d'anni e nella quale sembra avere trovato quel rispetto per l'ambiente che è la sua ossessione. Michele vive a impatto zero, costringe i colleghi dello studio presso il quale lavora alle sue stesse acrobazie ecologiste ma riesce a guadagnarsi la stima di tutti grazie alla sua bravura. La sua vita cambia la notte in cui, per fare un favore a un amico, prende nuovamente l'automobile (rigorosamente elettrica) dopo 8 anni che non guidava. Nel recarsi sul luogo dell'appuntamento, rinviene il corpo di un uomo in fin di vita che risulta poi essere uno dei personaggi più in vista della città. Catapultato sulle prime pagine dei giornali come eroe, in un battibaleno Michele viene degradato al ruolo di inquisito. Da qui si apre per lui una disavventura giudiziaria dai toni kafkiani che lo condurranno con ostinazione a dire la sua verità con una dose di incolmabile ingenuità.
Al suo primo film da regista, Lo Cascio firma un film ambiziosissimo, che rivela già una rande maturità espressiva, dialoghi sapidi e grande creatività visiva, e che sembra essere un apologo sui temi della responsabilità e della verità. Il suo noir surreale è un thriller dell'anima carico di simbolismi (spesso irrisolti) e squarci onirici, molto vicino a Una pura formalità di Tornatore, nel quale tanto è il pregio dei singoli pezzi, tanto è caduca la struttura complessiva, schiacciata da un eccesso di ambizione che fatica a cucire le tantissime intuizioni tra di loro. E così rimangono tra l'opaco e l'ellittico i rimandi alla figura paterna, quelli al tema pittorico della cattura, la figura della ragazza a cui affitta l'appartamento, la sua stessa ossessione contro gli sprechi. L'insieme sembra incardinarsi in un racconto nel quale la sensibilità ambientale diventa il sintomo urgente di un'etica della responsabilità che fa a pugni con il truce pragmatismo delle aule di tribunale, salvo doversi richiedere, dopo una così lunga odissea: lo rifarei?
Premio Arca Cinemagiovani come miglior film italiano alla 27. settimana internazionale della critica (Venezia, 2012).

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