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Ruby Sparks

Regia di Jonathan Dayton, Valerie Faris vedi scheda film

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La recensione su Ruby Sparks

di gerkota
7 stelle

Asperità nelle relazioni di coppia. La perfezione non esiste. I contrasti sono inevitabili. Si comincia con l’ingannevole perfezione. È tutto una giostra. Intesa senza tentennamenti. In poco tempo arrivano gli imprevisti. Personalità diverse. Bisogno d’indipendenza. Senso di costrizione. Di soffocamento. Sfumature. Che generano paura, insicurezza, gelosia. A quel punto il partner che perde il controllo, vorrebbe poter cambiare la situazione. Magari semplicemente pigiando un tasto. O aggiungendo qualche frase a un romanzo non ultimato. Poter riprogrammare il proprio compagno o compagna. Le sofferenze in amore non sono certo una novità nella storia del cinema. Ma questo film dei coniugi Jonathan Dayton e Valerie Faris - registi piuttosto fuori-circuito - è basato sull’originale trovata della sceneggiatura scritta dalla stessa attrice protagonista, la poco conosciuta Zoe Kazan. Che nella storia è la fidanzata - Ruby Sparks - creata dall’immaginazione dello scrittore Calvin Weir-Fields, interpretato da un sempre bravo Paul Dano (12 anni schiavo, 2013). Montaggio scorrevole con bella colonna sonora. Dialoghi intelligenti. Ben inserito anche Chris Messina (Vicky Cristina Barcelona, 2008) nei panni dell’esuberante fratello di Calvin. Azzeccati i condensati contributi di due ‘navigati’ come Annette Bening e Antonio Banderas. Un’opera per tutti, rilassante e divertente. E non troppo leggera.

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