Regia di Aun Hoe Goh vedi scheda film
Due nuove frontiere dell’animazione recentemente attraversate. Dalla Corea di Leafie. Storia di un amore alla Malesia di SeaFood. Un pesce fuor d’acqua. E in entrambi i casi c’è una partenza necessaria dal proprio luogo d’origine. Se però nel primo film il tratto grafico quasi artigianale condensa le forme del melodramma familiare, qui si guarda ai modelli statunitensi, soprattutto Shark Tale e Alla ricerca di Nemo. L’acqua, la terra. Dopo che alcuni bracconieri hanno prelevato sacche di uova della sua specie, il minisqualo Pup parte per una missione di salvataggio che lo catapulta fuori dal mare nel territorio degli umani e si fa aiutare da “pinna bianca” Julius. Un viaggio all’inizio del mondo nelle profondità sottomarine, senza gli effetti 3D (di cui il regista Goh Aun Hoe è stato comunque uno dei pionieri nell’animazione in Giappone) ma inizialmente denso di dettagli e colori che sembrano espandersi anche al di fuori della superficie. Più vivo sotto i fondali, con citazione/parodia da Lo squalo di Spielberg, in una continua scoperta e riciclaggio di oggetti (il gioco con le gomme delle auto), ma anche degli effetti dell’inquinamento ambientale, SeaFood si smarrisce completamente quando arriva sulla terraferma, lontano da quella contaminazione/invenzione di Miyazaki - la figura della bambina sembra uscita da Ponyo sulla scogliera - e con un’avventura che diventa soltanto meccani(ci)zzata.
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