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Gli anni luce

Regia di Alain Tanner vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Gli anni luce

di alan smithee
8 stelle

L'arte di volare. la capacita' di sfidare l'ebbrezza del vuoto e' sempre stata una delle massime aspirazioni dell'uomo che, dinanzi alla struttura leggera e misteriosa di un volatile, ha sempre provato un misto di invidia ed ammirazione nei suoi riguardi, tentando spesso di emularne le gesta con tentativi fallimentari epocali, di cui ci raccontano nei minimi particolari molte leggende e noti capolavori dell'antichita', da Icaro in avanti. Alain Tanner e' uno di quesgli autori che non conoscevo proprio, se non di nome, sia per la poca visibilita' che ha sempre incontrato qui nel nostro paese l'autore svizzero, sia perche' comunque non ho mai avuto occasione di imbattermici, almeno finche' la bella e preziosa recensione di qualche giorno fa di Peppe Comune (che ringrazio molto per l'illuminazione regalatami) mi ha aperto finalmente gli occhi su un cineasta tutto da (ri)scoprire e che scopriro' piu' in dettaglio fra poco, quando uno degli strumenti del mio sapere cinematografico mi fornira' (ed e' solo questione di ore) tutto il materiale trovato al suo riguardo (e non chiamatela pirateria, non nei miei confronti almeno, che vedo piu' di cento film ogni anno al cinema pagando regolarmente il biglietto, quanto piuttosto genuina voglia di conoscere il meglio di un arte visiva che diversamente non saprei in quale modo poter rendermi disponibile, anche oggi con i mille canali "regalatici" senza che nessuno lo richiedesse da imperante e dittatoriale digitale terrestre, colmo  solo di programmi spazzatura e inguardabili fesserie tra il kitch e la pura volgarita'). Ma torniamo al film, una sorta di seguito de "Jonas che avra' vent'anni nel 2000", anzi 25, come nel piu' matematicamente appropriato titolo originale, l'opera forse piu' nota di questo cineasta sempre distante dal glamour e dalle passerelle.
Jonas e' ora un ventenne che lavora senza voglia e molta approssimazione in un bar di una grigia citta' irlandese dove  un giorno incontra un curioso bizzarro vecchio meccanico che si interessa a lui e indirettamente lo attira a se', sulla cima di un ventoso altipiano dove vive in una vecchia officina colma di carcasse d'auto e una vecchia pompa di benzina ormai in disuso. Lassu' il ragazzo accettera' non senza perplessita' di sottoporsi a dure prove apparentemente senza senso o logica, ma necessarie per maturarlo ad un segreto a cui il vecchio sta lavorando da una vita intera, nel quale e' racchiusa la segreta magia del volo che egli si illude di aver saputo percepire direttamente dalle specie volatili che ha osservato e carpito in tutto quel tempo. Una favola, una leggenda, sospesa fuori dal tempo grazie anche ad un isolamento cercato dal vecchio con una ferma ostinazione. Poi, come spesso capita all'uomo troppo ambizioso, i suoi intenti sono inesorabilmente destinati a fallire di fronte ad un progetto troppo alto ed impenetrabile, che solo madre natura riesce a determinare e a garantire senza edulcorazioni o ingombranti ed inefficaci strutture tecnologiche, o senza che l'uomo con la sua intelligenza deviata e distorta riesca a intervenire con quel progresso roboante che spesso porta piu' distruzione che innovazione ed utilita' comune.

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