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A Lonely Place to Die

Regia di Julian Gilbey vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su A Lonely Place to Die

di maurizio73
5 stelle

Gruppo di amici appassionati di alpinismo, durante una escursione tra i monti delle Highlands scozzesi, si imbattono casualmente in una bambina,figlia di un pericoloso malavitoso serbo, rapita e tenuta segregata in una piccola buca scavata nel terreno. Decidendo coscienziosamente di trarla in salvo, se la dovranno vedere tanto con una coppia di spietati rapitori quanto con le insidie di un tragitto accidentato e irto di ostacoli.
Abituato alle produzioni low budget ma con tante idee per la testa, il giovane Julian Gilbey ('Rollin' with the Nines' - 2006) scrive a quattro mani con il fratello William, coproduce e dirige questo survival thriller di ispirazione alpinistica e ambientato nella suggestiva e insolita cornice di uno scenario naturale di maestosa e desolata bellezza. Contaminado le dinamiche avventurose di villeggianti alloctoni nella trasferta sportiva di una palestra naturale  di selvaggia e brulla ostilità con quelle più consuete di una caccia all'uomo dei soliti villici dal grilletto facile si rischia facilmente di replicare (e Gilbey lo fa con studiata civetteria) i modelli che hanno rappresentato i paradigmi del genere, dalla brutalità sanguinaria di una gita in canoa finita male (Un tranquillo weekend di paura - John Boorman 1972) alla resa dei conti tra spioni rocciatori tra una scalata e l'altra (Assassinio sull'Eiger - Clint Eastwood 1975), senza tuttavia il rigore e la convinzione narrativa di questi ultimi, ma piuttosto svicolando facilmente nell'accumulo dei luoghi comuni di un cinema d'azione fatto di eroismo a buon mercato e nel gioco al massacro di vittime predestinate eliminate secondo una studiata progressione drammaturgica (perfino quello che si sacrifica inspiegabilmente per salvare una ragazzina sconosciuta facendo da bersaglio mobile per killer infallibili). Benchè la prima parte riservi ancora qualche piacevole sorpresa tra il respiro avventuroso di uno scontro tra i boschi e l'ingannevole pista di cacciatori di cervi divenuti inconsapevoli prede di cacciatori di teste, il gioco si fa via via più scontato rivelando l'inverosimile scenario di uno disputa tra bande nell'inconsueto esploit di una sedicente 'anonima serba' in trasferta scozzese (i Balcani sarebbero andati benissimo), per concludersi con la solita resa dei conti tra le pittoresche viuzze di una cittadina dell'Inverness affollate dalle maschere grottesche di una sagra ancestrale nello scontro (non solo simbolico) tra le forze del bene e quelle del male. Purtroppo il buon uso della camera a mano ed le spettacolari carrellate dei campi lunghi non salvano il film dalle incosistenze di una trama e dall'esilità di caratterizzazioni pericolosamente sotto il livello di guardia. Il ragazzo ha stoffa e magari la prossima volta affidarsi a sceneggiatori più esperti non potrebbe che giovargli. E dire che qualcuno me ne aveva pure parlato bene!

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