Regia di Luigi Zampa vedi scheda film
Nella poverissima periferia romana di Pietralata, nell'immediato secondo dopoguerra, Angelina (Magnani), madre di famiglia che ha dovuto sfornare figli a ripetizione per godere degli incentivi economici del governo fascista, vive in condizioni meno che precarie insieme al marito (Bruno), un vicemaresciallo, e ai tanti altri "deportati" dopo gli sventramenti mussoliniani per costruire via della Conciliazione. La donna si fa portatrice delle istanze di quegli sventurati, reclamando l'occupazione di appartamenti di nuova costruzione, opera di uno speculatore edilizio (Migliari) con le mani in pasta nella politica. Quando Angelina, spinta dalle tantissime donne che ne sostengono le idee, sembra a un passo dall'entrare in politica, l'uomo riuscirà a farla spedire in galera.
Pur segnato da un finale riconciliatorio che attutisce lo scontro interclassista, L'onorevole Angelina è una commedia agrodolce stratificata e complessa, che - in una chiave stilistica squisitamente neorealista - chiama in causa i ruoli di genere, l'intrusività dei media, la borsa nera, la corruzione della politica e i meccanismi di invidia sociale, aggiungendo al tutto una spolverata di rosa con la sottotrama della relazione tra la figlia di Angelina (Francia) e il figlio idealista del palazzinaro, interpretato da un giovanissimo Franco Zeffirelli. La Magnani, grazie alle sue "baccagliate" energiche e decise, giganteggia con un'interpretazione memorabile che le regalò il Nastro d'argento come migliore attrice, ma anche il resto del cast fornisce un'ottima prova.
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