Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Uno dei film più intensi sulla resistenza, intriso di una potente forza evocativa pur rimanendo per certi versi lontano da un contesto prettamente da guerra, nel difficile compito di raccontare con gli occhi di una bambina una vicenda tanto tragica quanto a suo modo con i connotati quasi di un'avventura, di un grande racconto dei rapporti umani persi e poi ritrovati tra gli abitanti in fuga da un piccolo paese toscano. In questo giocano un ruolo importante le bellissime immagini di una realtà rurale dove quasi stona l'irrompere della violenza (memorabile al proposito la scena del combattimento in mezzo alle spighe di grano). Il film troverà un degno erede nell'altrettanto bello "L'uomo che verrà" di Giorgio Diritti. Da menzionare l'asciutta ma intensa interpretazione di Omero Antonutti, un attore che è stato spesso ingiustamente considerato "minore" ma che ha lasciato ottime pagine nel cinema italiano, a partire dalla suprema parte del genitore in "Padre padrone". Martellante ma efficace colonna sonora che scandisce tutta la tragicità della vicenda.
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