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Non per soldi... ma per amore

Regia di Cameron Crowe vedi scheda film

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La recensione su Non per soldi... ma per amore

di degoffro
6 stelle

Esordio alla regia per Cameron Crowe, già redattore della rivista "Rolling Stone". Commedia romantico adolescenziale ingenua, zuccherosa ed elementare, ma non banale né scipita, che fa della semplicità (della storia) e dell'onestà (dei caratteri e dei messaggi) i suoi consapevoli elementi cardine. Oltre tutto se paragonato alle idiozie sentimentali che vengono propinate senza ritegno ai ragazzini di oggi, il film ci guadagna ancor di più in freschezza e simpatia. Inoltre non è logorroico e prolisso come altri titoli di Crowe. Prodotto dall'esperto ed abile James L. Brooks, diretto a ritmo di rock (la colonna sonora, come avverrà per tutti i film successivi del regista, riflette il suo passato di critico musicale e vanta successi dei Depeche Mode, Red Hot Chili Peppers, Living Colour, Peter Gabriel, Joe Satriani, Cheap Trick, The Replacements, Fishbone, Aerosmith, Steely Dan e Soundgarden), "Non per soldi...ma per amore" può contare oltre che su una sceneggiatura, firmata dallo stesso Crowe, spigliata, leggera, genuina ed agile, arricchita da dialoghi ispirati e vivaci, su un armonioso e vincente gioco d'attori tra cui spicca il giovanissimo ma già brillante, spontaneo ed assai bravo John Cusack, nell'occasione affiancato dalla sorella Joan, caratterista di razza. Se l'ingombrante figura del padre, geloso e possessivo, rischia a più riprese la macchietta, ricordando in varie occasioni il protagonista di un film dello stesso anno non proprio eccelso "Giù le mani da mia figlia", gustosi sono certi personaggi di contorno come l'amica del cuore di Lloyd, interpretata da una spumeggiante Lily Taylor, dalle massime irresistibili del tipo "Nella vita cambia tutto quando si fa il sesso!" o ancora "Sii uomo è meglio. Non fare il maschio.", nonché gli amici sfigati del protagonista, che si spacciano per esperti di donne e relazioni sentimentali ma poi si ritrovano tutti soli, al sabato sera, a bere una bibita seduti sul marciapiede davanti al benzinaio. Molti i temi che si ritroveranno nei successivi film di Crowe: dalla presenza di un genitore assillante ed esasperante ("Almost famous"), alla figura del ragazzino complice del protagonista (il nipotino di Lloyd anticipa l'esuberante ragazzino di "Jerry Maguire") fino al trionfo dell'amore vero sul vile denaro (come in "Elizabethtown" e nello stesso "Jerry Maguire"). Tra le sequenze assai riuscite: la presentazione di Lloyd al padre di Diane al primo appuntamento, sull'uscio di casa; Lloyd, davanti alla casa di Diane, all'alba, fa sentire a tutto volume dal registratore "In your eyes" di Peter Gabriel; Lloyd, dopo essere stato mollato, ripercorre per le strade di Seattle le tappe della sua relazione con Diane e riporta su registratore le sue impressioni; la presentazione di "Cocoon" alla casa di riposo. La battuta cult: "Mi ha dato una penna. Io le ho dato il mio cuore e lei mi ha dato una penna!" Con una domanda che si è posto qualunque ragazzo quando, dopo essere stato lasciato dalla fidanzata di turno, di cui era ancora innamorato, vedendola ritornare da lui per rimettersi insieme chiede: "Tu hai bisogno di qualcuno o hai bisogno di me?". Un film spiritoso ed innocuo, capace di raccontare con efficacia, grazia e disinvoltura il primo amore, gentile e garbato come quel giovanotto che, al primo appuntamento, sposta i vetri rotti di una bottiglia dalla strada, per impedire che la sua ragazza possa farsi del male. Piccola curiosità: la produzione inizialmente aveva pensato di affidare la regia a Lawrence Kasdan, mentre per il ruolo dei due protagonisti si erano fatti anche i nomi di Robert Downey Jr, Christian Slater, Kirk Cameron (all'epoca sulla cresta dell'onda con la fortunata sit-com "Genitori in blue jeans") e Jennifer Connelly. Cameo di Eric Stoltz, poi presente anche in "Singles" e "Jerry Maguire". Fotografia di Laszlo Kovacs, montaggio di Richard Marks.

Voto: 6 e mezzo.

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