Regia di Dino Risi vedi scheda film
Dodici episodi, alcuni della durata fulminea di pochi secondi, altri ben più strutturati, incentrati su altrettanti personaggi di donna con al centro l'estro interpretativo e versatile di Monica Vitti, vera mattatrice della scena.
Dagli affanni per arrivare sul luogo del lavoro di una musicista, impegnata a trasportare il suo ingombrante fardello costituito da due piatti che vengono utilizzati in soli quattro tocchi, per poi tornare al luogo da dove è venuta, alle pene d'amore di una donna abbandonata dall'eterno fidanzato, ad una madre di 22 figli entusiasta e speranzosa, passando per una coppia di intellettuali che pare ben disposta a scambi di coppia, salvo poi far scoppiare la tragedia.
E via così.
Dino Risi gira e cuce attorno al personaggio cangiante ed ironico di donna fiera, ma anche sconfitta dalle tragiche e spesso pure grottesche circostanze, un film per forza di cose poco omogeneo e discontinuo, in cui brilla e si mette in evidenza specialmente la capacità di Monica Vitti di bucare lo schermo e fornirci in fondo un unico ritratto femminile di donna dolente e vittima ultima di circostanze crudeli od ingiuste che la vedono sempre come incauta e dolente protagonista.
Donna succube, ma anche dignitosa e pronta a salvare la situazione minimizzando o facendo buon viso a cattiva sorte, vittima ogni volta della arroganza e della grettezza tipicamente maschile e maschilista che finisce per soffocarla.
Si ride spesso, ma in modo amaro, non senza lasciarsi dentro un groppo alla gola difficile da ingoiare.
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