Regia di Henry Joost, Ariel Schulman vedi scheda film
C'è sempre un'eccezione alla regola. E lo dimostra questo "paranormal activity 3" che, pur senza sollevarsi dal livello della sufficienza(ma anche un discreto-quasi buono ci starebbe), è decisamente migliore del secondo, e riesce ad usare in modo molto più terrificante gli elementi che funzionavano nel primo(come la sottile tensione incalzante dovuta all'aumentare progressivo dei fenomeni). C'è un bel lavoro di fusione tra lo stile "da camera a mano" artigianale(o forse dovremmo dire fintamente artigianale) e l'uso degli effetti speciali, con diverse sequenze ben riuscite che ricordano più Poltergeist che il primo capitolo di questa serie(o anche Entity, che pur non essendo un capolavoro di film, spaventava non poco per la subdola natura dell'entità). I registi conoscono il loro mestiere, e riescono a dare una personalità convincente ai vari personaggi, creando da subito quell'empatia necessaria per poi coinvolgerci nel loro destino(purtroppo non molto allegro). I sobbalzi sulla sedia sono tanti(la sequenza di "bloody Mary" è terribile quanto quella finale), la tensione palpabile, l'uso degli effetti speciali contenuto ed efficace(a parte forse la ridicola sequenza del lenzuolo), e se anche non c'è un senso da ricercare, o una "morale della favola", di sicuro un po' ci spaventiamo per davvero. Ed ultimamente è merce rara.
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