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La chiave di Sara

Regia di Gilles Paquet-Brenner vedi scheda film

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La recensione su La chiave di Sara

di barabbovich
6 stelle

Il rastrellamento degli ebrei a Parigi nel luglio del 1942, che portò migliaia di persone nei campi di concentramento è lo spunto dal quale parte La chiave di Sara. Nella convinzione di poter mettere il fratellino in salvo, la piccola Sara (Mayance) lo rinchiude nell'armadio di casa, finisce con i genitori in un velodromo lager, quindi viene deportata ma riesce a fuggire, cerca il fratello e riesce a rifarsi una vita. Nel 2009 una giornalista che sta scrivendo un articolo su quella tragica pagina della storia francese (Scott Thomas) scopre che l'appartamento dove si accinge a trasferirsi con il marito e la figlia è quello in cui visse la piccola Sara. Con caparbietà decide allora di mettersi sulle sue tracce, spostandosi fino agli Stati Uniti e l'Italia.
Il film tratto dal best seller di Tatiana de Rosnay rievoca uno degli episodi più luttuosi della storia francese, rispetto al quale Chirac molti anni più tardi dovette fare pubblica ammenda. Il racconto a montaggio alternato funziona e cattura, ma ciò che non torna affatto è l'ostinazione con cui la giornalista gira in lungo e in largo per scoprire la verità sulla storia della casa che si accinge ad abitare. Torna ancora meno la diramazione rosa del racconto, con tanto di dilemma aborto sì / aborto no: un elemento decisamente fuori registro rispetto al resto del film.   

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