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Upside Down

Regia di Juan Diego Solanas vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Upside Down

di miss brown
4 stelle

Durante la visione di questo film dapprima mi sono sentita un po' cinica: Romeo e Giulietta, anche se ambientata in una sorta di universo parallelo, e a me scappava da ridere? Poi mi sono guardata in giro e ho incontrato gli sguardi dei vicini: ridacchiavano tutti, prima sommessamente, dopo un po' a gola libera, vere risate generalizzate e liberatorie.

 

Pensate ad una favola romantica: un bambino orfano e povero e una bambina ricca, appartenenti a Paesi confinanti e tirannici, si incontrano per caso in montagna, in un luogo dove ad entrambi era proibito andare. Fanno amicizia, per anni si trovano in segreto, inevitabilmente da adolescenti si innamorano. Un giorno però vengono sorpresi da una pattuglia di confine: durante la fuga lei precipita in un burrone e lui, disperato, per anni la crede morta. Finché 10 anni dopo la riconosce in televisione: Eden (Kirsten Dunst) pubblicizza la potentissima Transworld Corporation per cui lavora e Adam (Jim Sturgess), ingegnoso inventore, decide di farsi assumere per ritrovarla. Dov'è il problema?

Una voce fuori campo lo spiega, con dovizia di schemini e teoremi di fisica, durante i titoli di testa: ci sono due pianeti gemelli a gravità invertita, ognuno dei quali fa da cielo all'altro (nessuna notizia del Sole, che pure deve esserci) e tutto risponde a tre principi

- Tutta la materia è attratta dal mondo da cui proviene, e non dall'altro.

- Il peso di ogni oggetto può essere compensato con la materia del mondo opposto (materia inversa).

- Dopo qualche tempo di contatto, la materia a contatto con la materia inversa prende fuoco.

Adam vive nel Mondo di Sotto, povero, desolato (piove sempre!), sfruttato per materie prime e bassa manovalanza dal ricco, luminoso e lussuoso Mondo di Sopra, in cui vive Eden. I soli punti in cui i due pianeti si sfiorano sono gli alberi sulle cime dei monti (!!!). E poi c'è la Torre, sede degli uffici dell'onnipotente Transworld, unico luogo in cui gli abitanti dei due mondi sono autorizzati ad interagire, benché rigorosamente, e molto scomodamente, a testa in giù gli uni per gli altri.

 

Il regista argentino Juan Diego Solanas, figlio dell'esule grande regista Fernando Solanas,è vissuto per gran parte della sua vita a Parigi e dice di essersi sempre sentito un po' “capovolto” rispetto alla sua patria d'origine. Ha anche raccontato che il soggetto di questo film gli è stato ispirato da un sogno. Non so che cosa avesse mangiato, bevuto o fumato la sera prima: roba pesante, immagino, visti i risultati. La storia è davvero assurda, una favoletta per ragazzini che si evolve in mélo mescolata ad un fantasy sociologico, più un pizzico di METROPOLIS e di BLADE RUNNER e addirittura un finale messianico (!!!). Purtroppo il film è talmente mal scritto da essere veramente inguardabile, i buchi di sceneggiatura sono enormi, metà delle situazioni non viene spiegata e l'altra metà pende inconclusa. E il finale è talmente improvviso e fulmineo da lasciare persino dei dubbi su come vada davvero a finire.

Anche se il trailer, bugiardamente, fa immaginare una specie di INCEPTION con contorno romantico, UPSIDE DOWN ha a che fare con i film di fantascienza e di avventura quanto TWILIGHT con i film horror e di vampiri. Girato tra Montréal e le nevi del Canada e terminato ad inizio 2011, la distribuzione è stata progressivamente rimandata; fin'ora è uscito solo in Grecia, Europa dell'Est e Sudest Asiatico con risultati desolanti, e in Usa lo si vedrà da fine marzo. Il budget di 60 milioni di dollari è stato scialacquato in effetti speciali plasticosi e fintissimi e in complicate attrezzature appositamente create ad evitare il torcicollo ai tecnici di ripresa. Ma non a noi poveri spettatori, costretti ad assistere a scenette ridicole, come i due innamorati in camporella costretti a inventare nuove posizioni del Kamasutra anche solo per potersi baciare; o Adam che, munito di pericolosissimi contrappesi di materia inversa, si infiltra nel Mondo di Sopra in cerca della sua bella e viene scoperto perché quando va in bagno la sua pipì scorre verso il soffitto (!!!).

I poveri Jim Sturgess e Kirsten Dunst nonostante tutto fanno del loro meglio, anche se cominciano ad essere anagraficamente fuori tempo massimo per simili parti di giovincelli. Totalmente sprecato il talento comico del grande Timothy Spall, “dirimpettaio” o meglio “soprastante” di scrivania di Adam, che annaspa nei dialoghi banalissimi di un personaggio miseramente irrisolto. Stereotipati all'estremo gli altri pochi personaggi, sia i “cattivi” che i “buoni”.

In generale si può dire che l'idea di base, per quanto bislacca, avrebbe avuto qualche possibilità di funzionare, ma solo se affidata a mani ben più capaci, qualcuno che avesse il coraggio di allontanarsi dai cliché e di inserire in questa brodaglia zuccherosa un po' di sana cattiveria. Temo che l'unico pubblico che potrà apprezzare questo film sarà quello di THE HUNGER GAMES, che comunque al suo confronto è un capolavoro assoluto.

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