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5 (Cinque)

Regia di Francesco Dominedò vedi scheda film

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La recensione su 5 (Cinque)

di FilmTv Rivista
2 stelle

Sono cinque come le dita di una mano, e sulle mani portano la cicatrice di un patto di fratellanza sancito fra le mura del riformatorio. Non proprio delinquenti, più che altro borgatari un po’ sbandati, qualcuno è già sposato, qualcuno vive con mamma, qualcuno ama soltanto l’eroina. Capita il colpo grosso che li può sistemare per tutta la vita, e i cinque restano invischiati in una trama ben più ampia del Quarticciolo di Roma dove sono cresciuti. Al regista va riconosciuto il merito di saper iniettare una buona dose di ritmo e aggressività, energia grezza che si riversa anche sugli interpreti (acerbi, ma non malvagi). Purtroppo il film impazzisce come maionese nel tentativo di seguire modelli opposti e lontanissimi, diventando un patchwork malassortito di riferimenti e scimmiottamenti: se l’ambiente coatto e la banda di fuorilegge guardano direttamente a Romanzo criminale. La serie (due dei “Cinque”, Alessandro Tersigni e Alessandro Borghi, provengono proprio da quel cast), alcuni personaggi grotteschi e certi passaggi comici sembrano strizzare l’occhio in direzione di The Snatch. Lo strappo. I caratteri sopra le righe, anche nell’aspetto (il film pullula di parrucche e baffi posticci), stridono con le atmosfere forzatamente torbide (interminabili le inquadrature sghembe sui posteriori delle lap dancer e sui momenti “drogati”): il troppo stroppia e il pasticcio lascia l’amaro in bocca.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 25 del 2011

Autore: Ilaria Feole

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