Espandi menu
cerca
Rider from Tucson

Regia di Lesley Selander vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Neve Che Vola

Neve Che Vola

Iscritto dal 1 aprile 2005 Vai al suo profilo
  • Seguaci 73
  • Post 103
  • Recensioni 184
  • Playlist 1
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Rider from Tucson

di Neve Che Vola
8 stelle

In questo western old style spicca la performance della bionda trentacinquenne ex modella Veda Ann Borg, che interpreta la volitiva Gipsy con energia, preludendo quasi – tenuto conto del target della serie Holt/Martin/Selander – alla Emma che Mercedes McCambridge interpreterà quattro anni dopo in Johnny Guitar (1954).

Il plot è piuttosto convenzionale e ricorrente nella serie – un uomo, a conoscenza dell'ubicazione di una miniera che non ha ancora registrato, è costretto a nascondersi per sfuggire ai tentativi di un gruppo di banditi capeggiati da Bob Rankin, al soldo dei coniugi Avery, John (Robert Shayne) e Gipsy (Veda Ann Borg), di estorcergli il segreto.
Deve rimandare il matrimonio annunciato, per il quale ha fatto venire da Tucson i campioni di rodeo Dave e Chito (Holt e Martin), vede rapire la promessa sposa Jane (Elaine Riley) e sta per accordarsi con Bob Rankin per averla indietro all'insaputa degli Avery che intende tradire.
Quello che fa lievitare l'interesse è l'energia inusuale con la quale si impone il personaggio di Gipsy, che esce dallo sfondo e prende la situazione in mano a poco a poco
 
Quando mi hai sposata, mi hai prospettato un futuro roseo (...) e ti sopporto da anni lavorando in uno sporco saloon!
 
Il marito (il maschio è notoriamente più mite in quasi ogni specie) può far poco con una donna che afferma decisa
 
Meglio morire, che vivere così !
 
e dalla quale subisce, oltre che il fascino,  continui rimproveri per la scarsa propensione alla violenza che dimostra (!). Gli porge sprezzante cinturone e pistola per vedere “se gli danno coraggio”.

Le azioni di Gipsy diventano sempre più selvagge: mentre assiste al tradimento di Rankin assieme al marito ed al complice tentennanti, prende lei stessa la pistola della fondina dell'uomo, lo scosta con un gesto e spara all'ex complice attraverso la finestra. Stordisce Tug appena corso fuori, e con indifferenza ordina di sbarazzarsi del cadavere dell'uomo ucciso.  
E' sempre lei che conduce le azioni ora con cinturone e pistola, minaccia Tug di sparargli o di far del male alla fidanzata se non rivela l'ubicazione della miniera, spingendo il marito ad un invano tentativo di moderarla


Stanne fuori !


  Più vedo questi vecchi western mai arrivati in Italia, o semplicemente rivedo pellicole quasi mai riproposte, più mi accorgo di quanto materiale fosse già pronto per il decennio 1950, forse il periodo d'oro del western.
Più mi rendo conto di quanto sia difficile farsi una idea su un genere, individuare il primo proporsi e i seguenti sviluppi di un'idea. Il materiale è tanto, forse troppo, e anche se si sono visti tutti i western possibili, la memoria è inaffidabile, né si può fare affidamento su una sola visione.
Conviene affidarsi al semplice amore (se lo si ha) per le pellicole, e godersele di per sé stesse, cercando di evitare le interpolazioni della mente affannata ad individuare stilemi e aspetti vari.
 
Proprio in questo periodo ho cominciato ad amare l'interpretazione della giovanissima pianista cinese Yuja Wang della Sonata in si minore di Liszt, il che porta quasi inevitabilmente a confronti, specie se si parla con altre persone. Un amico mi ha rivelato la propria delusione per l'interpretazione di Horowitz, quella più recente del grande pianista. Spinto dalla curiosità, visto che sono un fanatico di Horowitz e sull'iPod ho la sua intera discografia, ho subito ascoltato l'interpretazione in questione, facendola seguire da quella degli anni trenta per la Emi. Quindi di nuovo quella più recente. Bè, che dire? Ogni volta ci si deve sintonizzare con il pensiero di Horowitz, e più ci provo, più mi accorgo di quanto sia lungo il tempo richiesto, quanti pregiudizi io abbia accumulato nel tempo su come si deve suonare la Sonata, pregiudizi che si frappongono fra me e l'ascolto.
Sono assolutamente contrario alla pretesa di ricercare stilemi etc. in un genere, nell'opera di un regista. Diventa difficile distinguere tra reale e proiezione, e anche nel caso di un gruppo di persone, la proiezione può essere comune.
Meglio evitare di mettere il filtro dell'ascolto comparato sulla Sonata di Liszt, meglio lasciare che il tempo faccia il suo corso e magari, occasionalmente, dopo aver amato o meno tante esecuzioni, tentare qualche paragone, più che altro per scherzo.

 

Sull'interpretazione di Tim Holt

Sempre mitico.

 

Sull'interpretazione di Richard Martin

Un tocco di commedia che non guasta.

Sull'interpretazione di Veda Ann Borg
A poco a poco più allegro - Presto, con grande energia.

Sulla colonna sonora
Ottima, opera dell'onnipresente Paul Sawtell.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati