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Temple Grandin. Una donna straordinaria

Regia di Mick Jackson vedi scheda film

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La recensione su Temple Grandin. Una donna straordinaria

di Stuntman Miglio
8 stelle

Finalmente un biopic di matrice televisiva degno di nota. Sarà che di televisivo, in definitiva, c'è molto poco poichè cast e regia arrivano dritti dal grande schermo, la scrittura è meno approssimativa del solito ed il soggetto è di quelli che catturano e commuovono a botta sicura. Del resto, Temple Grandin è veramente una donna straordinaria. Nata autistica dall' unione tra un padre assente ed una madre necessariamente forte e protettiva (una ritrovata ed intensa Julia Ormond), non proferisce verbo sino all' età di quattro anni e si dimostra da subito distaccata dalla realtà e restia al contatto umano. Grazie alla disperata perseveranza della figura materna e contro i pareri medici, la piccola non viene rinchiusa in un istituto ma viene cresciuta ed educata come una bambina normale. Scelta che si rivela buona e giusta perchè Temple inizia a parlare e si rivela non solo intelligente e perspicace ma anche portata per le materie scentifiche. Nonostante un' oggettiva difficoltà nell' esprimere ed esternare le proprie emozioni nonchè a relazionarsi con il prossimo, la ragazza inizia a frequentare la scuola come un' alunna normale e riesce, con l' aiuto di un professore/mentore ex NASA (un discreto David Strathairn), a diplomarsi come la migliore del corso. Affascinata dal mondo della natura e degli animali decide di proseguire gli studi con indirizzo zootecnico e anche lì si dimostra determinata e brillante, tanto da laurearsi a pieni voti ed ottenere le prime pubblicazioni. Il tutto ovviamente si svolge fra l' incomprensione e l' intolleranza di chi la circonda ma Temple riesce ad inserirsi e a farsi accettare, caparbiamente decisa a lasciare un segno della sua esistenza. "Diversa ma non inferiore!" è uno dei suoi motti ed eccola quindi studiare allevamenti e mattatoi in mezzo al fango, in un mondo di cow-boys ma con la purezza di chi affronta la vita senza malizie e secondi fini, senza interessi personali, con l' animo di una bambina che, al varcare di ogni nuova soglia, intraprende una nuova avventura ma con la consapevolezza di non essere come gli altri. "Preferirei morire in un mattatoio, se fosse costruito bene..", Temple non comprende appieno la morte, ne coglie le sfumature ma questo non le impedirà di rivoluzionare il trattamento del bestiame pre-macello rendendolo una procedura più umana, meno spietata e violenta. Un personaggio eccezionale che ancora oggi contribuisce in prima persona a sensibilizzare il prossimo circa gli effetti dell' autismo e che qui è interpretata da una monumentale Claire Danes, mai vista così efficace ed immedesimata in un ruolo come questa volta. La sua prova è il fiore all' occhiello di una pellicola che si avvale anche dell' intelligente regia di Mick Jackson che ha sì un taglio televisivo ma che è allo stesso tempo impreziosita da una serie di flash ed effetti grafici, perfettamente montati, che fanno ben comprendere i procedimenti mentali della protagonista creando un' immediata empatia con lo spettatore. Sette premi Emmy, questa volta, a ragion veduta.

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