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L'amore buio

Regia di Antonio Capuano vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'amore buio

di maghella
10 stelle

Antonio Capuano riesce ancora una volta a trasformare le sensazioni in immagini, donandoci un tipo di cinema che in Italia raramente riusciamo ad avere...Un cinema di poesia, un po' come faceva Pasolini.

La storia di questo film è tragica, ma non solo per quello che racconta, cioè il barbaro stupro di un branco di ragazzini ad una adolescente...ma proprio per come ci fa penetrare nel buio di due anime perse, quella di Ciro e Irene, che nella loro profonda diversità e alienazione, riescono a trovarsi.

Ciro fa parte del gruppo che stupra Irene, dopo una giornata di mare, sole e pizza “rubata”, la compagnia sbalestrata non trova di meglio da fare che aspettare che una ragazza, Irene appunto, esca dalla macchina per tornare a casa di sera.

La scena dello stupro non si vede, solo poche tracce, e le immagini fugaci che i ricordi di Ciro e Irene ci fanno vedere in brevi momenti del film, come una distrazione...Il dolore che quella brutta esperienza comporta nei due giovani rimane impressa sulle loro pelli, nella pancia, negli occhi...segna il fisico di entrambi per sempre.

Ciro decide di autodenunciarsi il giorno seguente allo stupro, scoprendo dentro di lui una sorta di ribellione e amore per Irene insospettato.
Il carcere minorile è duro, Ciro manifesta sintomi di disagio comportamentali, si scopre scrittore di poesie...e inizia a scrivere lunghe lettere a Irene.

Irene si lascia “curare” dall'amore familiare e da quello del suo fidanzato, sinceramente innamorato...Ma è insofferente, non si sente più a suo agio nel proprio corpo, non lo nutre più, non si sente parte di quel mondo, che le appare ora lontano e incomprensibile, cerca nella su città, una Napoli sconosciuta, la Napoli che l'ha stuprata.

Irene, borghese napoletana, ricca, agiata, con un futuro sicuro, ma un passato ormai segnato per sempre, decide di leggere le lettere che Ciro continua ad inviarle, e decide di rispondergli, nasce così un legame profondo e delicato.

La cosa interessante di questo film, è che lo spettatore non legge mai una parola delle lettere che i due giovani si scambiano, eppure ne percepisce l'intensità e si sente subito che il legame tra i due è fortissimo e delicato nello stesso tempo.

Ciro si ciba delle risposte che gli arrivano da Irene, scrive in continuazione, lavora con la creta, tira fuori di sé tutta la creatività che non aveva mai sospettato di avere fuori dal carcere.

Irene inizia a conoscere una parte di lei sconosciuta, si scopre curiosa di conoscere le cose che le sono vicine ma che fino ad allora non aveva notato...e comprende come le persone che invece le stanno accanto le appaiono così lontane.

Un regalo che Ciro le fa giungere a casa (una ceneriera fatta di creta) pone fine al loro scambio epistolare, lo sguardo lunghissimo e inteso tra madre e figlia non lascia dubbi: Irene deve allontanarsi da Napoli, prima che la situazione si complichi ulteriormente...Così Irene andrà lontanissima, in America, con il fidanzato, ma ormai era già andata lontano da quella vita...La madre non potrà mai sapere quanto è rimasta vicina a quella Napoli che l'ha violentata, e che nessun chilometro potrà mai allontanare abbastanza.

Ciro finisce la sua condanna, esce, ci sono i suoi familiari ad attenderlo, il suo futuro è segnato, non sarà facile...Ma il finale del film è uno dei più poetici che abbia mai visto negli ultimi anni. L'incrocio degli sguardi dei due ragazzi, lontani, ma ormai fusi insieme, si sono riconosciuti, e non si potranno lasciare più, le loro vite si sono unite per sempre, le parole scritte scambiate rimangono come macigni, le immagini dei loro ricordi delle firme indelebili, il loro amore buio una certezza incrollabile.

Capuano, oltre ad una storia narrata in modo davvero convincente e originale, ci mostra sempre una Napoli inconsueta e molto personale, sotto una pioggia torrenziale, i muri di tufo appaiono come le arterie di un corpo sventrato e stanco, dove Irene vi trova un conforto insperato. Che dire? Da vedere assolutamente.

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